DON BURGIO E L’EDUCAZIONE DEI RAGAZZI ALLA PAROLA E NON ALLA VIOLENZA

«Serve educare i giovani alla parola e non alla violenza»: lo dice senza mezzi termini Don Claudio Burgio, sacerdote e cappellano del carcere minorile “Beccaria” di Milano, ospite della trasmissione di Bruno Vespa “Porta a Porta” per parlare del degrado giovanile e degli ultimi provvedimenti del Governo con il “Decreto Caivano”. Come già sottoscritto in diverse interviste in questi giorni sul tema, consigliando alle istituzioni di procedere parallelamente sì con la repressione dei reati ma anche con l’educazione e l’accompagnamento per giovani “senza futuro”, di cui tra l’altro da anni si occupa lo stesso Don Burgio nella sua Comunità Kayros a Milano.



«Tra punizioni e Daspo questi ragazzi si rischia di incattivirli ancora di più: non bisogna punirli allora? Lo Stato deve reagire, è legittimo quello che è accaduto anche con il Decreto, però dobbiamo pensare che non dobbiamo immettere questi ragazzi dentro una logica di criminalizzazione a tutti i costi», spiega Don Claudio Burgio davanti alle immagini del degrado a Caivano e nella periferia di Napoli. Secondo il sacerdote, questi ragazzi molte volte sono tanto spavaldi quanto poi molto fragili: «bisogna quindi educarli a usare la parola e non la violenza», sottolinea.



“GIOVANI SENZA SPERANZA E FRAMMENTATI: IL DRAMMA DEI SOLDI”: PARLA DON CLAUDIO BURGIO

Per Don Burgio i giovani in difficoltà «sono ragazzi che da un parte vanno aiutati, l’autorità è senza dubbio importante, ma non basta l’azione disciplinare. Certamente la vera testimonianza, la vera autorità, è data dalla testimonianza di adulti credibili, persone che stiano accanto a loro». Un’educazione continua, un “rischio” in cui l’adulto si gioca anima e corpo per cercare di accompagnare il percorso di crescita dei giovani anche più disadattati, questa è la forte “scommessa” di Don Burgio e di tanti altri educatori che ogni giorno si cimentano con esperienze del genere.



Davanti però alle immagino di un degrado che dal sud arriva fino al nord Italia, Don Claudio non ha timori nel dire che a Milano, al Nord, «prevale la dittatura del profitto a tutti i costi. Questi ragazzi sono immersi dentro questa cultura prestazionale, per cui è chiaro che l’attrazione sono i soldi facili, attrazione rispetto ad una visibilità davanti ai loro coetanei attraverso i sociale, è qualcosa che in qualche modo li mette in difficoltà». In definitiva, conclude Don Burgio a “Porta a Porta” parlando direttamente del dramma della violenza sulle donne, «questi questi sono ragazzi che diventano predatori perché vogliono affermare se stessi, vogliono affermare ciò che non hanno mai ricevuto. Ma soprattutto quello che mi dispiace di più sono i ragazzi nei quali c’è un eclissi del senso, sono ragazzi frammentati dentro, non hanno speranza, vedono questi quartieri e questa vita come un’occasione mancata e questo dispiace molto».