Don Antonio Coluccia è stato nuovamente ospite stamane del programma di Rai Uno, Storie Italiane. Il noto parroco, in prima fila contro i clan della droga romani, ha rischiato di morire a fine agosto dopo che un ragazzo in motorino, poi trovato anche in possesso di un machete, ha cercato di investirlo. Ne è scaturita un’indagine ma il Gip ha deciso in queste ore di derubricare l’accusa di tentato omicidio contestata in precedenza: “E’ stato derubricata – le parole di Don Antonio Coluccia in diretta tv – e rispetto quindi le decisioni dello stato, quello che mi è successo non è tentato omicidio, rispetto le decisioni della magistratura e ringrazio la procura di Roma, rispetto la loro azione e ciò che hanno fatto, il gip ha deciso quello che ha deciso, io come cittadino devo solo rispettare non voglio sindacare”.



Il giornalista Lugli, in studio, però si domanda: “Se non è tentato omicidio che cosa è? Un reato almeno è quello di detenzione di armi, non si va in giro così con un machete. ci sarà un reato o non è successo niente?”. Don Antonio ha replicato: “Attualmente ci sono le indagini in corso”, al che Eleonora Daniele, conduttrice di Storie Italiane, ha replicato: “Siamo in una trasmissione libera dica quello che pensa, dica la verità, quando ha visto che hanno derubricato, due minuti, anche se è un sacerdote, ma gliele saranno girate un attimo?”.



DON COLUCCIA: “IN QUESTI QUARTIERI NON MI ACCOLGONO CON LE CARAMELLE…”

Don Antonio Coluccia non si è però scomposto: “In questi territori non mi vengono a portare la caramelle… quando ieri stavo lì c’era il vice ministro delle politiche sociali e nel percorso che abbiamo fatto delle persone hanno ringraziato mentre alcuni, appartenenti al clan, hanno iniziato a gridare ‘infame fracico prete’, urla dalle case. Ringrazio la questura di Roma – ha proseguito – e ogni agente della polizia di stato. Quando sento parlare che i bimbi rimangono terrorizzati dopo che hanno visto la polizia: attenzione, i bimbi sono terrorizzati quando vedono gli spacciatori o vedono coloro che fanno corse clandestine, di questo sono terrorizzati”.



Un avvocato in studio conclude: “Purtroppo per tentato omicidio ci vogliono atti e comportamenti diretti in modo non equivoco ad uccidere una persona e in questo caso il gip non ha ritenuto che l’atto fosse finalizzato ad ucciderlo”. Don Coluccia ha chiosato: “Ringrazio Dio che ci sono ancora”.