Don Fortunato Di Noto, fondatore dell’associazione Meter che da anni si impegna attivamente per contrastare la pedopornografia e la diffusione del porno online, in un’intervista rilasciata al quotidiano Avvenire, ha criticato l’ipocrisia del governo che lascia spesso da parte la tutela dei minori per difendere gli interessi dell’industria, con la scusa della legge sulla privacy. Infatti grazie ad alcune clausole si permette ai server di non verificare effettivamente l’età di chi accede a questo tipo di siti, che invece dovrebbero essere riservati solo agli adulti. E questo produce conseguenze che daneggiano tutta la società con emergenza dipendenze dei giovani, da video diseducativi che spingono a modelli di comportamento abusivi e violenti.



Don Di Noto concorda con gli esperti dell’educazione sostenendo che il problema principale è “che i contenuti più estremi sono ormai fruibili con facilità fin da bambini, la conseguenza è l’erotizzazione precoce che li devìa dalla normale evoluzione, per cui diventano incapaci di costruire un’intimità sana e la loro sessualità sfocia nella violenza.” E prosegue “Ormai senza alcun controllo iniziano a fruirne già a 10/11 anni, e non solo, cominciano a produrre materiale pedopornografico utilizzando gli stessi canali, magari sfruttando anche i coetanei“.



Don Di Noto (Meter) “I governi devono avere il coraggio di vietare l’accesso indiscriminato a pornografia online”

I casi di violenze sessuali tra i giovanissimi sono sempre più frequenti, così come la dipendenza dalla pornografia online che colpisce tantissimi adolescenti. Per porre rimedio, ci sarebbero alcuni disegni di legge da approvare in Europa per impedire l’accesso ai minori a questo tipo di siti. Ma per Don Di Noto, il problema non sarà facilmente risolvibile, perchè quando entra in campo la politica, c’è anche chi difende soltanto gli interessi economici e non tutela davvero i bambini.



L’ostacolo della privacy è una scusa, perchè come afferma il fondatore di Meter “Basterebbe chiedere i documenti a chi immette il materiale, ma per i server ogni clic è sinonimo di guadagno“, e aggiunge: “qualche governo avrà il coraggio di vietare l’immissione indiscriminata del porno cui tutti possono accedere senza limite alcuno? Se non riusciamo nemmeno a regolare l’accesso ai social dei bambini, come potremo blindare un’industria potentissima, pari al mercato delle armi e della droga?“. E tra le pricipali responsabilità, da non sottovalutare qualla delle famiglie, perchè i genitori lasciano i figli sempre più soliNon vigilano, non ci sono o non sanno come fare, e molto spesso sono loro a dare dati ai bambini per creare profili falsi“.