La Comunità Progetto Sud gestita in quel di Lamezia Terme da don Giacomo Panizza è stata vittima dell’ennesimo tentativo di intimidazione e minaccia da parte di qualche ignoto – che il prete ascrive ai soliti “clan” che da decenni fanno la voce grossa per evitare che le sue cooperative possano operare liberamente sul territorio calabrese – che ha provocato danni per migliaia e migliaia di euro nel parcheggio gestito dalla cooperativa ‘Ciarapani’; quest’ultima al fianco dei cittadini rom che vivono lì vicino accompagnandoli nel mondo del lavoro.
Il bilancio è tutt’altro che positivo perché – come racconta lo stesso don Giacomo Panizza in un post condiviso su Facebook dalla comunità che ha fondato e gestisce – oltre ad un incasso di circa 300 euro trafugati sono stati distrutti anche la cassa che conteneva quei soldi, tutte le telecamere di sicurezza che puntano sul parcheggio teatro delle intimidazioni, alcuni faretti, oltre che porte e cancelli per danni stimati attorno ai 45mila euro; il tutto – come se già non fosse abbastanza – disseminando più o meno intenzionalmente cocci di vetro dal parcheggio fino al vicino campo rom, quasi a dire che i responsabili vanno cercati tra quelle capanne arroccate e diroccate.
Don Giacomo Panizza: “Basta danni perché vanno a discapito dell’intera comunità”
Secondo don Giacomo Panizza quanto accaduto alla sua cooperativa “è stato un avvertimento” da parte dei già citati “clan” che vogliono far presente che “loro ci sono e [che] dobbiamo stare attenti“; mentre spiegando quali sono gli obiettivi della coop – parlando con Avvenire – ricorda che nacque per seguire la comunità rom vicino all’ospedale dopo la costruzione di quest’ultimo che rese “la convivenza difficile”, aiutandoli a “studiare e crearsi un lavoro”.
Ad oggi – continua don Giacomo Panizza – la comunità rom è diventata parte integrante del territorio di Lamezia perché svolge “un lavoro importante” e questo tipo di intimidazione – sottolinea e denuncia – colpisce innanzitutto loro perché dal conto suo è evidente che “bisogna guadare altrove” per trovare i responsabili dato che sarebbe illogico pensare che “i rom [abbiano] danneggiato altri rom lavoranti”; e peraltro ricorda che gesti di questo tipo sono stati piuttosto frequenti negli “ultimi 5-6 anni” in cui se ne sono contati circa un paio all’anno.
Dal conto suo don Giacomo Panizza non si lascia intimidire o impaurire e parlando ancora con Avvenire ci tiene a lanciare un messaggio importante: “Basta, smettetela, basta danni [perché] simili danneggiamenti economici (..) ostacolano tante opportunità concrete di poter creare lavoro produttivo e cittadinanza in Calabria” e finiscono inevitabilmente per danneggiare l’intera comunità locale.