Don Giacomo Pavanello è tra gli ospiti della prima puntata de “Il filo rosso“, il nuovo programma di Paola Perego in onda da sabato 21 novembre alle ore 14.00 su Rai2. Il responsabile di Nuovi Orizzonti è pronto a condividere la sua parola in un momento storico così difficile e complicato per tutti. Il diffondersi della pandemia da Coronavirus ha svuotato anche le Chiese dove oramai i cesti delle offerte sono vuoti, mentre aumentano i nuovi poveri come ha raccontato lo stesso Don Giacomo ad huffingtonpost.it: “arrivano nelle Chiese i nuovi poveri e fatichiamo ad aiutarli”. L’aumento dei contagi da Coronavirus ha visto diminuire di tanto il numero dei fedeli che partecipano alla messa con una conseguenza che va a colpire, ancora una volta, le categorie più povere del nostro Paese. Una messa senza fedeli significa anche non poter raccogliere alcuna offerta da poter destinare a chi ne ha davvero bisogno in un tempo storico in cui la povertà è cresciuta a dismisura. Lo sa bene Don Giacomo, responsabile de di Nuovi Orizzonti che ha sottolineato: “voglio precisare subito che la ragione per cui le messe con l’assemblea devono riprendere non sono i soldi. Ma il problema economico è reale e non possiamo ignorarlo. Separiamolo un istante dalla questione messe. In questa fase emergenziale, le offerte sono calate tra il 70 e l′80% mentre il numero di chi ha bisogno è aumentato”. Lo scorso febbraio 2020 il numero di persone aiutate dalla parrocchia di San Giuseppe Cottolengo erano circa 120, mentre oggi sono più di 200.



Don Giacomo Pavanello di Nuovi Orizzonti: “spalmiamo gli accessi in Chiesa”

Numeri che non si fermano come racconta Don Giacomo Pavanello: “ogni settimana prepariamo 80 pasti, ma diamo anche pacchi alimentari, e i soldi delle offerte servono anche per permettere a queste persone di pagare le bollette, la tessera del bus, i voucher convenzionati con i supermercati per fare la spesa”. La pandemia e la spaventosa crisi economica hanno stravolto le vite di milioni di persone ed ecco che alle porte della Chiesa non bussano solo i senzatetto, ma anche camerieri, ambulanti e tanti altri. “Non è solo il senzatetto che dorme alla stazione, c’è anche chi manda i figli a scuola e si vergogna di venire qui. Io li conosco perché sono del quartiere, ma loro provano vergogna perché non si aspettavano di finire così” – ha detto Don Giacomo che parlando di messe ha proposto una soluzione : spalmare gli accessi. “La domenica siamo soliti celebrare quattro messe, con la partecipazione in media di 150 persone. Ne possiamo fare benissimo anche otto” – ha detto Don Giacomo che anche in merito alla distribuzioni dell’eucarestia ha pensato ad una soluzione “posso consacrare le ostie mantenendo chiuse le pissidi dove sono contenute. In questo modo il mio fiato non arriverà alle ostie. Al momento della distribuzione mi infilo i guanti, mi metto la mascherina e distribuisco le ostie sulle mani dei fedeli, ovviamente distanziati un metro dall’altro. In questo modo non c’è contatto tra la pelle del sacerdote e quella del fedele”.

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