Chi è don Giuseppe Rocco ucciso da don Paolo Piccoli: strangolato e soffocato…

Don Giuseppe Rocco è morto a 92 anni, trovato senza vita nella Casa del Clero di Trieste il 25 aprile 2014. Ex parroco della chiesa di Santa Teresa, secondo i giudici di primo grado e di appello della Corte d’Assise sarebbe stato ucciso da un altro sacerdote, don Paolo Piccoli. Quest’ultimo, destinatario di una sentenza di condanna a 21 anni e 6 mesi confermata in secondo grado, si è sempre detto innocente e continua a ribadire la sua estraneità al decesso del prelato. In questo giallo anche un’altra figura chiave, la donna che ha scoperto il cadavere di don Giuseppe Rocco nella sua camera da letto: la perpetua Eleonora Laura Di Bitonto, prima accusatrice dell’imputato.



Stando a quanto sarebbe emerso dall’autopsia, don Giuseppe Rocco sarebbe stato soffocato e strangolato. A darne prova sarebbe un dato: la frattura dell’osso ioide. Il caso torna in tv nella prima puntata della nuova stagione di Un giorno in pretura, condotto da Roberta Petrelluzzi su Rai3, programma che ripercorre le tappe chiave del processo a carico di don Piccoli. Entrata nel fuoco dell’inchiesta in qualità di testimone (in quanto vicino di stanza dell’anziano prete ucciso), la posizione di Piccoli, sacerdote di origini venete rinviato a giudizio nel 2017 (all’epoca 52enne), sarebbe poi cambiata e sarebbe stato indagato per il delitto e infine imputato: secondo gli inquirenti, riporta Ansa, l’omicidio di don Giuseppe Rocco avrebbe avuto come movente la scoperta della vittima circa un furto di oggetti sacri.



Omicidio don Giuseppe Rocco: don Paolo Piccoli condannato a 21 anni e 6 mesi

Don Giuseppe Rocco era stato trovato senza vita nella sua camera la mattina del 25 aprile 2014. Don Paolo Piccoli, accusato di omicidio volontario nell’inchiesta sulla morte del sacerdote, era stato mandato a processo nel 2017. Il primo grado si era concluso nel dicembre 2019 e quello in Corte d’Assise d’appello a Trieste l’11 giugno 2021. L’esito: 21 anni e 6 mesi di carcere. In merito al decesso di don Giuseppe Rocco, il cui cadavere era stato scoperto dalla perpetua, il medico legale dell’accusa, riporta Chi l’ha visto?, avrebbe sostenuto che la morte sarebbe avvenuta per soffocamento e strangolamento, quindi la frattura dell’osso ioide rilevata in sede autoptica sarebbe avvenuta mentre la vittima era in vita.



Di parere opposto i consulenti della difesa, secondo cui il prelato sarebbe deceduto soltanto per soffocamento, come sintetizzato a Chi l’ha visto? a ridosso del giudizio d’appello: “Di fatto, all’esame istologico della frattura dell’osso ioide della salma non c’è stravaso emorragico, quindi quella frattura non è vitale“. Don Paolo Piccoli non ha mai smesso di dichiararsi estraneo al delitto contestato. Intervistato da Capoluogo.it, a margine della sentenza di primo grado, aveva così commentato: “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore. Lui ha scelto per me, questa è la mia croce, la porterò è continuerò il mio cammino di purificazione”.