IL NUOVO LIBRO DI DON GIUSSANI E LA STORIA DELLE ORIGINI DI CL: L’INCONTRO IN UNIVERSITÀ CATTOLICA DI MILANO
Il nuovo libro (postumo) del Servo di Dio Don Luigi Giussani è stato presentato lo scorso 14 novembre 2024 in Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano, nella stessa aula Gemelli dove il geniale educatore e professore di Teologia teneva i suoi corsi molto affollati negli anni dopo il Sessantotto. Alla presenza di 4 relatori, introdotti dal responsabile CL della Diocesi di Milano, Francesco Cassese, la presentazione del volume “Una rivoluzione di sé. La vita come comunione (1968-1970)” racconta da vicino la nascita effettiva del movimento di Comunione e Liberazione dopo il “caos” in Gioventù Studentesca dopo i moti del ’68 che travolsero l’esperienza giovanile anche dei primi alunni di Don Giussani.
Come ben spiega Maurizio Vitali nel suo resoconto sull’incontro del 14 novembre, con l’esplodere delle contestazioni nel Sessantotto circa metà dei “gessini” – il movimento GS era un ramo dell’Azione Cattolica e dal 1965 non era più guidata da Don Giussani bensì da Don Vanni Padovani – se ne andarono a militare con l’estrema sinistra, tagliando del tutto i legami con l’esperienza di fede insegnata dal sacerdote brianzolo. Il “Giuss” seppe cogliere l’istanza profonda di quegli anni recuperando con chi è rimasto prima in GS e poi nella “nuova” CL (che viene riorganizzata negli Anni Settanta) il legame e il desiderio profondo di una vita autentica in grado di cambiare il mondo. Solo con la “comunione in Dio” è possibile una vera “liberazione”, una vera rivoluzione non tanto della società ma del proprio Sè.
Come ha spiegato ancora Cassese all’incontro in università, «mentre tutti volevano imporre le
proprie immagini rivoluzionarie della politica e della società, Giussani continuò a sostenere
che solo nella comunione cristiana è possibile sperimentare la vera liberazione». Una libertà che è una vita più umana e sperimentale, una vita da persona e non da “soggetto politico” dominato dallo scontro delle masse. Per la professoressa Eugenia Scabini, docente emerito di psicologia sociale, Università Cattolica e cofondatrice del centro culturale “Péguy” nel 1964, furono proprio il ciclo di incontri e discorsi tenuti da Don Luigi Giussani nel Centro Culturale Peguy a dare le vere origini al percorso poi svolto da Comunione e Liberazione in tutta l’Italia (e non solo) dal Sessantotto fino ai giorni nostri.
LA FEDE E LA COMUNIONE: COSA HA “GENERATO” CL E COSA DON LUIGI GIUSSANI DICE ALL’UMANITÀ DI OGGI
Davanti al “tradimento” di molti fuggiti verso la sinistra militante, Don Luigi Giussani era sempre colmo di gratitudine: reagì, spiega Scabini, da gigante della fede, «rilanciò l’annuncio cristiano in modo radicale, rivolgendosi a noi come adulti». Un gigante che non arretrava davanti alle spinte del mondo e dalla dimensione del compito: è con quei corsi tenuti e riportati oggi nel nuovo libro che la vita cristiana dell’epoca parla ancora all’Io di oggi, con Don Giussani che insisteva sulla vita effettiva come comunione e continua «rivoluzione di sé», un coinvolgimento «della mia vita con la tua e della tua con la mia, in nome di Cristo». Come Scabini tanti altri rimasero in CL proprio attratti da quella forza di liberazione che andava oltre Don Giussani ma che si faceva carne tramite la sua testimonianza.
Tra loro, il professore Onorato Grassi (docente emerito di storia della filosofia medievale alla LUMSA) che intervenendo alla presentazione del libro di Don Giussani ricorda come l’amicizia volta al Mistero fosse l’unico vero motore attrattivo che conta: non solo, il fondatore di CL riconobbe dopo il Concilio Vaticano II che la Chiesa e la società intera non potevano cambiare se il vero motore di cambiamento non fosse partito dalla persona, dall’Io. Non è dunque un progetto di liberazione “futura” (la rivoluzione comunista sessantottina, o la borghesia capitalistica), ma qualcosa che viene prima e che tiene davvero insieme le persone, è solo insomma la “Comunione” che può permettere di liberare l’uomo, «Da qui l’ordine dei fattori nel nome “Comunione e Liberazione”».
Per il professore Silvano Petrosino (docente di antropologia filosofica in Cattolica) l’insegnamento principale del Servo di Dio Don Giussani è l’autenticità del discorso di fede sorgivo legato alla vita di tutti i giorni, all’evolversi della società delle relazioni: «è stato un padre della Chiesa esattamente perché compie questo passaggio: non ha paura di dire che la cristianità è una forma, mentre il cristianesimo è un avvenimento». All’evento in Università Cattolica ha infine partecipato anche il ricercatore Alessandro Poltronieri, giovane come chi all’epoca del Centro Pegy veniva affascinato dalle lezioni di Don Giussani: nel suo intervento alla presentazione in Cattolica si guarda attorno rispetto all’umanità e cultura di oggi, quella a cui ancora parla il Don Giussani degli anni Settanta. È solo attraverso la comunione dei credenti che tanto ieri quanto oggi è possibile “incontrare” il metodo dell’incarnazione: «Cristo non è una lontananza nella nebbia del passato, ma è una realtà presente, è la realtà della Chiesa non in termini generici, ma come presenza reale lì dove sei», ha detto il dottorando di filosofia teoretica all’Università di Bari.