Caro direttore,
lunedì scorso la notizia prima dell’incidente e poi la morte di don Graziano Gianola, durante una vacanza in montagna con dei ragazzi. Amico e compagno di Messa. Proprio un mese fa abbiamo festeggiato nella mia parrocchia diciassette anni dall’ordinazione.
Subito ho pensato che il Mistero che dà senso a tutte le cose poteva mostrarci una ragione di tutto questo. Parto dall’esperienza, perché anch’io la scorsa settimana ho accompagnato una cinquantina tra adulti e bambini, almeno quaranta dei quali dalla quinta elementare alla terza media. Siamo andati in montagna anche noi.
Ogni giorno ho dovuto dire sì ad una sfida che iniziava con il risveglio, dire di sì alle circostanze che sono irriducibili alla nostra organizzazione (per altro perfetta). Ogni ragazzo una sfida fatta di pazienza, di incoraggiamento, di testimonianza. Ogni volta un presente che si impone con circostanze che non facciamo noi. Tutto è possibile nella realtà, anche la morte. Ma non vince. Non è vittoriosa. Non può vincere il nostro dire sì alla realtà carico di una sovrabbondanza che ci permette di scoprire nelle pieghe di lei stessa un fattore imprevisto, per il quale perseverare nella vita.
Penso in continuazione a quei ragazzi che hanno visto il loro don scivolare verso un abisso che sono certo ora è Paradiso. Cosa li salva, cosa li può aiutare? Cosa può permettere di affrontare la sfida del diventare grandi anche attraverso questo avvenimento così duro?
C’è un passo del Piccolo Principe di Saint-Exupéry che durante la vacanza mi ha molto aiutato. Ad un tratto l’aviatore e il Piccolo Principe (siamo verso la fine del racconto) si trovano nel deserto senza acqua, hanno sete e il Piccolo Principe dice “Cerchiamo un pozzo”. L’aviatore è stanco e trova assurda questa ricerca nel deserto, ma si mette in cammino ormai fiducioso nell’ometto biondo.
Camminano ore in silenzio, perché davanti al nulla del deserto che avanza, non servono molte parole, ma qualcuno che cammina con te. Per l’aviatore è bello anche il deserto, non si vede nulla, non si sente nulla e tuttavia qualcosa risplende in silenzio, e l’ometto aggiunge: “ciò che rende bello il deserto è che nasconde un pozzo in qualche luogo”. Con questa certezza cercano e trovano un pozzo, pronto a dissetare con un po’ d’acqua “che fa bene anche al cuore”, come dirà il Piccolo Principe.
Compito di noi adulti sarà mostrare ai ragazzi che questo pozzo che il loro cuore attende c’è, e c’è qualcuno che ti accompagna in questa ricerca, proprio come faceva il loro don Graziano, e come siamo chiamati tutti noi a fare.
Un grande abbraccio
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