Don Joe è appena tornato con il suo nuovo album “Milano Soprano“, con il quale omaggia la sua città natale e raduna le nuove e grandi promesse della scena urban lombarda. Nel disco ci sono infatti sedici brani, di cui ventiquattro collaborazioni: da Jake La Furia a Shiva, fino a Guè Pequeno e Venerus, non tralasciando J-Ax, i Coma_Cose, Ernia, Emis Killa, Marracash, Massimo Pericolo, Myss Keta.



Intervistato da Rockol, Don Joe ha spiegato questa unione fra vecchia e nuova scuola: “Ci sono produzioni più moderne, che sfociano nella trap, ma anche richiamo all’hip hop classico, quello con cui sono cresciuto io. Ci sono anche tributi ad alcuni decenni come gli anni Sessanta”. L’artista ha inoltre sottolineato che tutti i giovani che ha scelto per far parte del suo nuovo progetto sono rapper a tutti gli effetti, anche se oggi si usa fare musica di più su basi trap: “Per questo sulle mie produzioni non hanno avuto problemi. Credo che l’incontro fra generazioni sia uno dei grandi valori del disco”.



Don Joe: “Pazzesco riunire la Dogo Gang”

Oggi Don Joe è un produttore di successo, nel panorama rap italiano ha collaborato con quasi tutti gli artisti in circolazione. Ha iniziato la sua attività musicale nel 1993, ma è nel 2002 che ha ottenuto i primi importanti risultati, fondando con Jake La Furia e Guè Pequeno il gruppo rap dei Club Dogo. Da quel momento, insieme hanno pubblicato sette album e collezionato successi uno dopo l’altro. Poi, nel 2008 è nato anche il collettivo hip hop della Dogo Gang insieme a Marracash, Vincenzo da Via Anfossi, Deleterio, DJ Harsh, Emi Lo Zio e Ted Bee.



In Milano Soprano c’è una traccia simbolo, Dogo Gang Bang, per la quale Don Joe ha chiamato a raccolta i colleghi: “E’ stato pazzesco riunire buona parte della Dogo Gang, persone che non si vedevano da tempo, ma che, tornate in studio insieme, hanno spaccato. Caneda non lo vedevo da quasi tre anni, si è presentato con una strofa pazzesca. Sono rimasto folgorato da questo pezzo, spero possa far contenti i fan perché rievoca un mondo, sembra che il tempo non sia passato“.

Don Joe: “La trap deve mischiarsi per sopravvivere”

Don Joe, a Rockol, ha svelato una traccia di “Milano Soprano” che ama particolarmente: Guerriero con Marracash e Venerus, che è il personale tributo ad uno dei suoi classici preferiti del rap italiano, “Cose preziose” di Kaos. L’album è dichiaratamente rap, come lo ha definito il rapper e produttore milanese, ma l’idea di giocare con altri colleghi e altri suoni gli piaceva. E da qui arriva il concetto di contaminazione, di cui gli artisti fanno spesso tesoro: “E’ fondamentale per l’avanzare della musica. La trap è un po’ scesa, rimane forte nei club per bassi e batteria, ma per sopravvivere deve mischiarsi”.

Da producer con un’attività di quasi trent’anni alle spalle, Don Joe ha sempre creduto in questa figura al pari di un frontman, perché “non doveva essere un elemento secondario, ma un vero componente”. Facendo un confronto con il passato, in cui immaginare un dj e un produttore in un’unica persona era impensabile, oggi lo scenario è totalmente diverso e la figura del producer è riconosciuta proprio come quella di un rapper: “Credo che sia stata davvero un’evoluzione importante“.