IL RITRATTO DI DON LUIGI CIOTTI, “PRETE SENZA ETICHETTE”
Normalmente Don Luigi Ciotti viene visto come un prete “politico” e certamente lo è («sul comodino tengo le foto di Pertini e del Cardinal Martini»): eppure se gli si chiede che “tipo di prete sia” lo sguardo si fa torvo e la risposta schietta. Lo si evince nel bel ritratto del sacerdote fondatore di “Libera” sull’ultimo numero di “Buone Notizie” la rivista legata al “Corriere della Sera” questa settimana dedicata alla “Civil Week”, la “rivoluzione dei cittadini”.
«Prete antimafia, prete antidroga, prete operaio, prete di strada? Sono prete e basta», raccontava Don Ciotti a Michele Brambilla qualche anno fa. Il prete è già tutto, spiega ancora il sacerdote originario delle Dolomiti, in quanto contiene la risposta alla domanda di Caino «sono forse io il custode di mio fratello? Sì». Un prete certamente allergico alle regole fin dalla gioventù quando scappava dal seminario per andare a trovare “gli ultimi” della società: «prostitute, ladri, omosessuali, delinquenti d’ogni risma… quei ragazzi mi accettavano, anche perché non sapevano che ero un prete e non facevo predicozzi inutili», raccontò a padre Nazareno Fabbretti, come riporta “Buone Notizie”.
DA DON GIUSSANI A DON CIOTTI: IL “TU” IN AZIONE
Come quando dalla Cascina del Monteferrato, dove aveva iniziato a riunire i disadattati dalla società, Don Luigi Ciotti li ammoniva «Non parlate di recupero, non definiteci missionari, non fate pietismo gratuito». Da Nord a Sud, dove Don Ciotti ha fondato e porta avanti dal 1995 il progetto con i giovani di “Libera dalle Mafie”: «l’amore non basta, serve prendere posizione. Non amo la paccaterapia, ovvero le pacche consolatorie».
Divisivo alle volte, appassionante per chi lo segue, non disdegna l’impegno politico “di sinistra” e spesso anche in disaccordo con i vertici locali della Chiesa. Amico dei magistrati anti-mafia, Don Ciotti è un “mistero” che da decenni attraversa la società italiana nei suoi bassifondi più reietti: come però scrive sul “Corriere della Sera” Goffredo Buccini, paradossalmente un sacerdote tra i più “lontani” da Don Ciotti per standing e battaglie, il Servo di Dio Don Luigi Giussani, riesce a descrivere perfettamente l’anima ribelle di Don Luigi Ciotti. «“Io sono Tu che mi fai” diceva Don Giussani. Quel “tu” misterioso, in certe vite, ha preso la faccia incazzosa e le mani ruvide d’un vecchio ragazzo di montagna».