Il 22 febbraio 2005 moriva a Milano il Servo di Dio Don Luigi Giussani, geniale prete ed educatore fondatore del Movimento di Comunione e Liberazione: come ogni anno, tra febbraio e marzo in tutto il mondo si celebra l’anniversario con celebrazioni e Sante Messe a suffragio. Tanto nel 2020 quanto quest’anno purtroppo per via della pandemia Covid-19 le strette regole hanno impedito nella maggior parte dei casi l’afflusso di tanti fedeli nelle chiese dislocate in giro per il mondo.
«Nelle difficili circostanze che siamo chiamati a condividere con i fratelli tutti, chiediamo al Signore una coscienza vigile e grata del dono ricevuto nell’incontro con il carisma di don Giussani per servire sempre meglio la Chiesa, nel riconoscimento che ogni istante che passa è abitato da Cristo presente, perciò non c’è niente di inutile e tutto è segno di una indistruttibile positività», scrive l’attuale presidente della Fraternità Don Julian Carrón in riferimento all’anniversario della morte del Servo di Dio Don Giussani. «Se saremo fedeli alla grazia», prosegue il successore del sacerdote originario di Desio – «che ci ha raggiunti attraverso il carisma di don Giussani – noi che ne siamo stati attratti e desideriamo seguirlo –, “centrati in Cristo e nel Vangelo”, potremo essere “braccia, mani, piedi, mente e cuore di una Chiesa in uscita” (papa Francesco), collaborando con il Papa al futuro della Chiesa nel mondo». Al Servizio della Chiesa e al Servizio di Dio, come sottolineava l’allora Cardinale Joseph Ratzinger nell’omelia al funerale di Don Luigi Giussani: «è divenuto realmente padre di molti, ha guadagnato i cuori, ha aiutato a migliorare il mondo, ad aprire le porte del mondo per il cielo».
LE MESSE PER L’ANNIVERSARIO DI DON GIUSSANI
La modalità della partecipazione alle celebrazioni preparate quest’anno per il 16esimo anniversario della morte di Don Luigi Giussani, dipendono dalle disposizioni anti-Covid in vigore in ogni nazione, e può variare dunque da città a città. L’elenco totale è aggiornato a questo link Eventi-CL, mentre qui ecco alcune delle comunità in Italia e nel mondo che nei prossimi giorni celebreranno l’anniversario della nascita al Cielo del Servo di Dio Giussani:
Milano, mons. Mario Delpini, 1 marzo
Roma, mons. Gianpiero Palmieri, 22 febbraio
Perugia, card. Gualtiero Bassetti, 22 febbraio
Bologna, card. Matteo Zuppi, 22 febbraio
Padova, card. Silvano Maria Tomasi, 22 febbraio
Madrid, card. Carlos O. Sierra, 20 febbraio
Buenos Aires, mons. Enrique Eguía Seguí, 22 febbraio
Montreal, mons. Christian Lépine, 27 febbraio
Tunisi, mons. Ilario Antoniazzi, 22 febbraio
Washington DC, mons. Christophe Pierre, 22 febbraio
Praga, mons. Sdenek Wasserbauer, 28 febbraio
Nairobi, card. John Njue, 6 marzo
Baku, mons. Vladimir Fekete, 20 febbraio
Raggiunto da Vatican News, il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, monsignor Massimo Camisasca – suo studente al Berchet di Milano e poi amico stretto fin dalle origini di Comunione e Liberazione – spiega il perché di un fascino così particolare nell’incontro con il “Gius”: «Ciò che mi colpì fu innanzitutto Giussani insegnante, e cioè la sua capacità di mostrare una fede cristiana avvincente e capace di rispondere alle domande degli uomini, soprattutto alle domande più profonde sul senso della vita, sul senso degli affetti, sul senso della conoscenza». Un don Giussani molto combattivo e battagliero quello che racconta il vescovo Camisasca, «perché mostrava sia il fascino di Cristo, sia le riduzioni che avvenivano nella società di allora del Cristianesimo come una pura teoria morale o una vita formale. E quindi la sua fu la capacità di dare a noi una proposta avvincente che non ci facesse sentire al carro della storia, ma che invece ci facesse sentire protagonisti, persone “chiamate”. Quindi don Giussani evocava in ciascuno di noi una vocazione: non una vocazione specifica, ma soprattutto la vita come vocazione, cioè la vita come chiamata ad avere un posto importante dentro la società e dentro la Chiesa, un protagonismo della fede».