Grazie alla sua associazione ‘A voce de criature’, don Luigi Merola riesce ad aiutare molti bambini e ragazzi minorenni a trovare una strada che non si intrecci con la criminalità. Ospite di Serena Autieri, nel corso della puntata di Dedicato in onda il 30 luglio, don Luigi Merola ha raccontato come è riuscito finora ad aiutare tanti ragazzi: “Per cambiare una città bisogna partire dai bambini. – ha esordito – La vita di questi ragazzi è come un treno in corsa che hanno bisogno di aiuto, noi da 15 anni, in questa villa confiscata alla camorra, raccogliamo ragazzi dai 6 ai 18 anni. Loro studiano, perché il male maggiore, prima ancora della mafia, è l’ignoranza. Io sono convinto che i miracoli esistono ma se uno fa il suo lavoro, il suo dovere.” Ha perciò tenuto a precisare che: “La grande difficoltà dei servizi sociali è che lo Stato non investe. In una popolazione di 100 mila abitanti, quella del mio quartiere, conta solo 3 assistenti sociali. Siamo rovinati!”, ha tuonato.



Don Luigi Merola: “Le chiese oggi sono come i negozi: aprono un’ora, poi chiuse”

Analizzando in modo approfondito la delicata tematica, don Luigi Merola ha dichiarato: “Credo che il problema sia il crollo del sistema educativo. Devo, però, essere pieno di speranza: le parrocchie devono tornare ad essere le fontane del villaggio, – così ha lanciato una critica a molti ‘colleghi’ – oggi Papa Francesco grida ‘Tenete aperte le parrocchie’, invece le chiese sono diventati negozi, si apre un’ora al mattino e una al pomeriggio. Il prete non si trova mai. Io oggi non sono più un prete ‘canonico’, sono un educatore. Anche le famiglie che delegano agli altri l’educazione dei propri figli sono un grande problema.”, ha infine dichiarato.

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