Ridha Mahmoudi, l’uomo arrestato per l’omicidio a Como di don Roberto Malgesini si è reso autore di un altro episodio violento tale da fargli guadagnare una denuncia per resistenza e oltraggio dopo aver aggredito due agenti di polizia penitenziaria in carcere. E’ quanto riporta oggi Repubblica.it citando La provincia di Como che riferisce i fatti avvenuti nei giorni scorsi. Ridha Mahmoudi, 53enne irregolare sul territorio italiano avrebbe tentato di sottrarsi agli agenti incaricati del suo trasferimento dal carcere di Como a quello di Monza. Dopo aver sostenuto l’interrogatorio di convalida al cospetto del gip, al quale ha ritrattato tutto asserendo di non essere stato lui ad uccidere il prete 51enne, è stato deciso il suo trasferimento obbligatorio, motivato dalla incompatibilità ambientale generata dal suo gesto. La vittima, infatti, frequentava il carcere di Como ed era molto amato dai detenuti con i quali aveva instaurato rapporti di profonda fiducia e percorsi di aiuto. Per questo l’omicidio del don è stato vissuto con estremo dolore e molta rabbia nei confronti del presunto killer la cui presenza in carcere ha causato molti malumori e problemi di gestione dello stesso arrestato.
DON MALGESINI, KILLER AGGREDISCE 2 AGENTI IN CARCERE
Il presunto assassino di don Malgesini, secondo quanto reso noto da Il Giorno, sarà in isolamento sanitario ancora per una settimana. Nei primi giorni di reclusione ha manifestato grande ostilità nei confronti di chiunque, a partire dagli agenti, con comportamenti aggressivi e linguaggio spesso provocatorio, al punto di rifiutarsi di firmare i verbali contenenti le sue stesse dichiarazioni. Nelle prossime settimane, intanto, potrebbe essere disposto un accertamento medico legale per fare luce sulle condizioni psichiche dell’arrestato. Ad intervenire sull’omicidio di don Roberto, come scrive Repubblica, è stata anche la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese in audizione al Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen: “L’omicidio di Como è stato atto efferato”, ha detto, ma quella di Mahmoudi “non è mai emersa come figura particolarmente pericolosa per la sicurezza nazionale. E’ sconosciuto in tutte le banche dati”.