Don Antonio Mandrelli, soprannominato il ‘prete dei fucili’, è stato intervistato nel corso della nuova puntata di Zona bianca, la trasmissione di approfondimento condotta da Giuseppe Brindisi. Don Antonio ha fatto parlare di sé per essersi espresso totalmente a favore della legittima difesa. Ai microfoni della trasmissione di Rete 4, il sacerdote ha ammesso: “Ho voglia di farmi una rivoltella vera, allora dormirò più tranquillo”. A suo dire, bisogna avere un’arma in casa “carica, sotto il cuscino”. Don Antonio sostiene che contro i ladri ci vogliono le armi.



Anche lui è stato vittima dei rapinatori che oltre ai soldi gli hanno rubato anche la sua vecchia pistola e per difendere la parrocchie e la canonica di Castelfranco di Pietralunga (Perugia), ora gli restano arco e frecce. “Se eventualmente viene uno e sento che fa rumore vuole entrare gli dico ‘mai via o ti tiro una frecciata sulle gambe… sulla testa’”, e mostrando le frecce ha ammesso “è di ferro, se gli va sul cuore lo fa fuori”.



Don Mandrelli a favore della legittima difesa

I vecchi fucili di Don Antonio Mandrelli gli sono stati sequestrati ma lui è pronto a difendersi in tutti i modi: “Per me è legittima difesa sparargli sulle gambe per non farlo entrare”, ha tuonato. Il pericolo di uccidere qualcuno c’è e lo stesso prete ne è consapevole al punto da commentare: “Ma peggio per lui!”. “Se uno mi vuole far fuori, io lo faccio fuori prima”, ha proseguito il don. A suo dire non ha nulla a che fare con la legge del taglione anche se, dice, “il taglione è anche giusto di per sé”. Ed in merito al perdono di Dio ha aggiunto: “Il perdono si ma non da minch*one, dopo ci mancano le barzellette”.



In diretta con la trasmissione di Rete 4 ha ribadito di essere oggi armato di arco e frecce ma ha ritrattato in parte quanto ammesso nel servizio: “Lo tengo in sagrestia, senza punte d’acciaio magari…”. Ed ha precisato di aver avuto i fucili “perché andavo a caccia. Ho smesso di andarci perché quando ho ammazzato un animale mi è dispiaciuto. Tanto più ammazzare una persona!”.