Bell’intervista avvenuta quest’oggi in diretta tv su Rai Due, durante la puntata odierna de I Fatti Vostri. In studio vi è don Marco Simeone, parroco di Torre Angela, località periferica di Roma, che durante il primo lockdown, quello di marzo e aprile 2020, ha deciso di benedire i parrocchiani in maniera particolare. “Sono Marcella, ho 76 anni – ha raccontato la parrocchiana Marcella Regano, affacciandosi dal balcone della piazza di Rai Due – e durante il lockdown ho sofferto molto per la mancanza della mia parrocchia, e tutto ciò che faceva parte della mia vita sembrava che in quel momento fosse finito. Ma questo non è stato il colpo più brutto, ciò che mi mancava molto era il mio parroco e la mia comunità, tanta gente rimasta a casa era dispiaciuta per il fatto che non poteva andare in chiesa ma un bel giorno prima di Pasqua è successo una bella cosa”.
Ed ecco che cosa accadde: “Abbiamo sentito la voce di don Marco che camminava per le strade della nostra borgata, mi sono affacciata di corsa per sentire e vedere, ed era lui don Marco che faceva sentire la sua vicinanza: anche se non potevamo andare da lui lui è venuto da noi, nelle nostre case, e per questo lo vogliamo ringraziare, lui ha una marcia in più. Lui è una persona che quando c’è qualcosa da fare è il primo che parte, è uno che si dedica agli altri, lui è sempre presente, quando lo chiami l’unico che ti risponde è lui”.
DON MARCO SIMEONE: “L’IDEA DELLA BENEDIZIONE E’ NATA COSI’”
Quindi ha preso la parola proprio don Marco Simeone, che ha spiegato come è nata questa idea senza dubbio geniale: “Ci è venuta un’idea, noi siamo in sei in parrocchia, volevamo stare vicino alle persone e non si poteva, eravamo nella settimana santa, allora abbiamo fatto così: bisognava stare vicino alle persone senza che si muovessero di casa e abbiamo chiesto ad un parrocchiano, Adriano. Ci siamo fatti sei ore di pulmino, abbiamo benedetto tutte le vie, è stato un bel momento, era il primo lockdown, abbiamo ricreato una piazza, le persone si sono affacciate, anche quelli di altre religioni”.
Don Marco spiega di essere molto vicino anche alle persone di altre religioni: “Con le altre persone che hanno altra fede facciamo un cammino insieme, come la scuola di italiano, e nelle feste ci troviamo insieme”. E ancora: “Ho avuto la chiamata a 17 anni. non sono un superman ne un santo in vita, sono un padre di famiglia con i limiti e i difetti, si impara crescendo”. Sul suo tifo per la Roma: “Come finisce il derby? Vincono i buoni e perdono i cattivi”. Infine, sui progetti futuri: “A me piacerebbe tornare casa per casa, ancora non si può per il covid, ma prima o pii finirà, nel frattempo faremo il nostro cammino, il progetto è risistemare l’oratorio”.