LE SCUSE DEL PRETE MILANESE PER LA MESSA AL MARE

Don Mattia Bernasconi si è scusato ufficialmente con la Diocesi di Milano per la “bravata” della Santa Messa celebrata in provincia di Crotone con i ragazzi del “campo della legalità” di Libera. Non era infatti piaciuto alla Diocesi il gesto, pur se genuino, richiamandolo al rispetto della simbologia liturgica e del decoro eucaristico. E così si sarebbe scusato, come riporta oggi il “Corriere della Sera Milano” raccontando la storia di Don Mattia.



«Faceva troppo caldo e non avevamo un’altra sede a disposizione. Ma non lo rifarei», sono le scuse ribadite dal sacerdote in vacanza per seguire il campo estivo di “Libera” nelle terre confiscate alla ‘Ndrangheta. Era tra l’altro giorno intervenuta la Diocesi di Crotone nel tentare di tenere insieme le buone intenzioni del prete e l’accaduto comunque condannabile: «Questi giovani hanno arricchito con la loro presenza la nostra terra e hanno vissuto un momento di crescita che inciderà anche nei luoghi della loro vita quotidiana», spiega la nota del vescovo di Crotone, che aggiunge «In alcuni casi particolari, in occasione di ritiri, campi scuola, nei luoghi di vacanza è anche possibile celebrare la Messa fuori dalla chiesa. Bisogna sempre, però, prendere contatti con i responsabili ecclesiali del luogo dove ci si trova, per consigliarsi sul modo più opportuno di realizzare una celebrazione eucaristica di questo genere. Soprattutto è necessario mantenere quel minimo di decoro e di attenzione ai simboli richiesti dalla natura stesse delle celebrazioni liturgiche». (agg. di Niccolò Magnani)



DON MATTIA BERNASCONI, POLEMICA PER MESSA SUL MATERASSINO

Un parroco ha deciso di celebrare la Messa in mezzo al mare. Don Mattia Bernasconi, il nome del prete avanguardista, ha portato un materassino al largo presso una delle spiagge più belle del crotonese, quella di Alfieri. Il vicario della pastorale per i giovani della parrocchia di San Luigi Gonzaga di Milano, ha così deciso di omaggiare la Calabria e i ragazzi che della sua parrocchia che lì si trovavano per partecipare ad un campo della legalità di Libera: essendo domenica, e visto che il gruppo di fedeli si trovava in spiaggia, ha optate per celebrare la Messa in maniera inedita.



“Avevamo scelto la pineta di un campeggio – spiega don Mattia ai microfoni dell’agenzia di stampa Ansa – ma era occupata. Faceva molto caldo e così ci siamo detti: perché non fare messa in acqua? Una famiglia ci ha sentito parlare ed ha messo a disposizione il loro materassino che abbiamo trasformato in altare. E’ stato bellissimo anche se ci siamo scottati”. Il gruppo ha svolto un campo estivo presso la cooperativa Terre Joniche-Libera Terra che gestisce i terreni confiscati al clan degli Arena a Isola Capo Rizzuto, con varie escursioni e dando vita ad incontri con chi combatte in prima linea la malavita calabrese, la ‘ndrangheta.

DON CELEBRA MESSA IN MEZZO AL MARE: LE PAROLE DEL PARROCO

“Era la prima volta – ha proseguito il parroco – che facevamo un campo di Libera e venivamo in Calabria. Abbiamo fatto una esperienza forte scoprendo tanta bellezza, più di quella che immaginavamo. Non solo nella natura, ma soprattutto nelle persone, nel coraggio di dire no alla ‘ndrangheta, nel desiderio di avere una terra più giusta e libera e di restare qui per migliorare la Calabria come fanno Tiberio Bentivoglio, Giovanni e Francesca Gabriele (i genitori di Dodò, il bambino ucciso su un campo di calcetto, ndr) o Anna Dattoli (la mamma di Gabriele De Tursi scomparso nel nulla a Strongoli, ndr)”.

In occasione dell’omelia Don Matteo ha celebrato la messa con il rito ambrosiano leggendo le letture domenicali riguardanti i motivi per dire sì alla legge del Signore ed entrare nella terra promessa: “L’acqua del mare che prima era agitata ed ora è così limpida – ha detto – è come la nostra esperienza che, attraverso il lavoro con Libera e l’incontro con le persone ci ha permesso di vedere le cose più chiare. La riflessione è su quello che vogliamo fare ora che torniamo a casa: impegnarci di più per legalità e rispetto o lasciare le cose come sono?”.