Don Maurizio Scala, ordinato sacerdote a 66 anni, è intervenuto ai microfoni di “Oggi è un altro giorno”, trasmissione di Rai Uno condotta da Serena Bortone. Il religioso era un pensionato, vedovo e responsabile dei senza dimora per conto della comunità di Sant’Egidio a Genova. Un grave lutto l’ha colpito nove anni fa, quando si è spenta l’amata moglie Roberta, scomparsa dopo una lunga malattia. Circa la sua vocazione, don Scala, per tutti don Momo, ha spiegato: “Ho sentito che il Signore mi chiedeva di andare più in là, di coprire lo spazio tra il servizio ai poveri e il sacramento dell’altare. La pandemia mi ha spinto ancora di più verso questa direzione”.
Quando ha comunicato ai suoi familiari la scelta di diventare sacerdote, don Maurizio Scala ha ammesso che “lo stupore da parte di tutti c’è stato, ma mia figlia poi ha smorzato il tutto con una battuta… Mi ha detto che si sarebbe stupita di più se mi fossi risposato!”.
DON MAURIZIO SCALA, SACERDOTE A 66 ANNI: “DOPO LA MORTE C’È UN DOMANI”
Nel prosieguo del suo intervento a “Oggi è un altro giorno”, al fianco di monsignor Paglia, don Maurizio Scala ha ricordato la sua Roberta, morta di tumore: “Ogni esperienza davanti alla perdita di una persona cara è personale. Io arrivavo già da una dimensione di Fede vissuta non da solo. Se si vive insieme, con una Fede condivisa, questo è un aiuto grandissimo”.
E, ancora: “La presenza del Signore mi ha dato la forza per vivere questi 17 anni e per accompagnare Roberta nell’ultimo tratto della sua vita, che era ed è stato il più difficile, perché so che c’è un Oltre, c’è un domani. La vita non finisce quando si muore, ma si proietta in un qualcosa che deve ancora venire”.