Due anni dopo il blitz a Casapesenna, don Michele Barone è stato condannato a 12 anni di carcere. Per il tribunale di Santa Maria Caputa Vetere – presidente Maria Francica, a letere Alessandra Cesare e Elena Di Bartolomeo – è colpevole dei maltrattamenti nei confronti della vittima 13enne, ma non per gli abusi sessuali ai danni di due ventenni. E sono colpevoli anche i genitori della minore, che sottrassero la ragazzina, affetta dal disturbo di conversione, alle cure mediche dell’ospedale Bambin Gesù di Roma per affidarla alle sole preghiere di liberazione del sacerdote. La mamma è stata condannata a 4 anni di carcere, il padre a 4 anni e sei mesi. Entrambi hanno perduto già la responsabilità genitoriale sulla figlia che sarà sospesa per nove anni. Assoluzione piena invece per il commissario di polizia Luigi Schettino, perché «i fatti non sussistono». Secondo i giudici non ostacolò il prete dopo il tentativo di denuncia da parte della sorella maggiore della 13nne, né prese parte ad alcun maltrattamento. Per lui e Vito Esposito gli atti sono rinviati in Procura per una condotta del 2017.



DON MICHELE BARONE, OGGI SENTENZA PROCESSO

C’era grande attesa per la sentenza del processo che lo vedeva imputato per maltrattamenti, lesioni e violenza sessuale. In aula sono state ammesse anche le tv, oltre ai fotoreporter. Ma numerosi sono i fedeli che sono presenti in tribunale per il verdetto. Don Michele Barone rischiava 22 anni di carcere, mentre 7 e 8 anni erano stati chiesti dai pm Alessandro Di Vico e Daniela Pannone per i genitori della minorenne al centro della vicenda, 5 invece per il poliziotto Luigi Schettino, che invece è stato assolto. Il sacerdote di Capasenna (Caserta), ridotto allo stato laico dopo lo scandalo degli abusi e degli esorcismi che nel febbraio di due anni fa ha sconvolto la Campania, continua a professarsi innocente. In mattinata aveva chiesto e ottenuto di parlare direttamente ai giudici per perorare in prima persona la sua causa. Il religioso, come riportato da Il Mattino, si è affidato ai Vangeli. Nello specifico ha citato il versetto Marco 5,1-20, quello che narra l’esorcismo compiuto da Gesù nel paese dei Gerasèni. «Esci spirito impuro da quest’uomo». Il prete ha quindi insistito sulla furia dell’indemoniato («nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con le catene») per sottolineare la forza del demonio e l’energia che deve praticare chi lo combatte. Al termine della lettura del vangelo, don Michele Barone ha poi depositato una lunga memoria.

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