Don Paolo Piccoli, chi è? Si è sempre dichiarato innocente…

Don Paolo Piccoli, sacerdote di origini venete e già parroco nell’Aquilano, è stato condannato a 21 anni e 6 mesi di carcere dalla Corte d’Assise d’appello di Trieste per l’omicidio di don Giuseppe Rocco, prete 92enne trovato morto nella sua stanza della Casa del Clero il 25 aprile 2014 dalla perpetua Eleonora Laura Di Bitonto. Sarebbe stata proprio la donna ad accusare don Paolo Piccoli, dopo che i sanitari avrebbero inizialmente accertato il decesso per cause naturali, sostenendo che lo avesse ucciso nel contesto di un presunto furto di oggetti sacri. Il secondo grado di giudizio a carico di don Paolo Piccoli si sarebbe concluso nel giugno 2021 con la conferma della pena stabilita nella sentenza di primo grado, ma si è sempre dichiarato innocente.



Il corpo di don Giuseppe Rocco era stato trovato dalla perpetua nel letto della sua stanza, nel seminario di Trieste, la mattina del 25 aprile 2014 e a contribuire ad aggravare la posizione di don Paolo Piccoli, riporta Chi l’ha visto?, sarebbero state alcune tracce di sangue rinvenute su un lenzuolo. Alla stessa tasmissione di Federica Sciarelli, l’imputato ha ribadito la sua versione di totale estraneità al delitto contestato: Non ho ucciso don Pino Rocco“. Il caso torna in tv nella prima puntata della nuova stagione di Un giorno in pretura, programma condotto da Roberta Petrelluzzi su Rai3.



Chi è don Paolo Piccoli, prete condannato per l’omicidio di don Rocco

Don Paolo Piccoli, 55 anni, è stato rinviato a giudizio nel 2017 per con l’accusa di omicidio aggravato. La prima accusatrice sarebbe stata proprio la perpetua di don Giuseppe Rocco, prete 92enne che la stessa aveva trovato senza vita nella sua stanza da letto, il 25 aprile 2014, a Trieste. Origini venete, già parroco nell’Aquilano, don Paolo Piccoli si è sempre dichiarato innocente, ma secondo i giudici della Corte d’Assise, che lo hanno condannato in primo e secondo grado a 21 anni e 6 mesi di carcere, sarebbe lui l’assassino di don Giuseppe “Pino” Rocco. Inizialmente classificata come morte naturale, quella del prete 92enne sarebbe stata poi ritenuta ascrivibile a un omicidio. Alla luce dei sospetti avanzati dalla perpetua, prima che si celebrassero i funerali di don Rocco la Procura avrebbe disposto l’autopsia.



Gli esami condotti dal medico legale avrebbero restituito la fotografia di una morte per strangolamento e soffocamento. Le indagini si sarebbero così focalizzate sulla posizione di don Paolo Piccoli. A incastrarlo, riporta Chi l’ha visto?, tre macchie del suo sangue isolate dal Ris di Parma sul lenzuolo della vittima, per l’accusa la prova di una colluttazione consumata poco prima del delitto. Per la difesa di don Paolo Piccoli, invece, si tratterebbe di esiti di una lesione da grattamento che provocava sanguinamenti a don Piccoli, una condizione certificata dal medico che lo aveva in cura da tempo. Chiamato per la benedizione sulla salma di don Rocco, don Paolo Piccoli sarebbe entrato nella stanza e alla trasmissione di Sciarelli ha sottolineato quanto segue circa la rilevata presenza di tracce ematiche a lui riconducibili: “Io sono certo di aver perso del sangue perché non avevo la camicia della veste e non avevo messo le creme e tutte le precauzioni che normalmente prendevo, quindi certamente avrò avuto delle perdite di sangue dagli avambracci“. Don Piccoli non ha mai smesso di dichiararsi innocente.