Sulle pagine del quotidiano italiano Il Mattino è stata pubblicata un’intervista al fratello di Don Peppe Diana, Emilio Diana. Il prete fu ucciso dalla camorra nel 1994 in quel di Casal di Principe, all’epoca pullulato dai mafiosi, raccolti attorno alla bandiera del clan Casalese. Nella giornata di ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è andato in visita a Casale, dove ha portato anche il suo omaggio alla famiglia Diana, con la quale ha avuto un breve colloquio.
Il fratello di Don Peppe Diana racconta che il Presidente “ci ha detto abbiate fiducia nello Stato e nelle leggi. Nei suoi occhi ho riconosciuto la nostra sofferenza”. Ritiene che l’incontro con il presidente sia l’ennesimo “miracolo di Peppe”, parlando di Mattarella come di “una persona molto rassicurante. Ci siamo sentiti subito in sintonia con lui, noi abbiamo perso un fratello per mano della camorra e la stessa esperienza straziante ha vissuto anche lui con Piersanti”, suo fratello ucciso dalla mafia. Un doppio filo, infatti, lega l’esperienza di Piersanti Mattarella a quella di Don Peppe Diana, e probabilmente il presidente ha portato i suoi omaggi anche per commemorare la sua, dolorosa, perdita.
Don Peppe Diana e la morte nel segno del cambiamento
“Mio fratello”, racconta poi Emilio concentrandosi su Don Peppe Diana, “è stato ammazzato a soli 36 anni, ma come ogni fiore che muore e genera altri frutti, così la sua uccisione ha dato impulso alla voglia di cambiamento“. Da allora, infatti, sostiene con una certa fierezza, “Casale è cambiata”, come ha sottolineato anche lo stesso Presidente, poco prima di entrare, completamente solo, nella cappella della famiglia Diana.
Ma anche la data della visita di Mattarella non è stata casuale, perché proprio il 21 marzo si tennero i funerali di Don Peppe Diana, che diedero il via al cambiamento di Casal di Principe. “È stato un processo graduale”, racconta Emilio, ma il cui esito è quello che “il vero clan dei Casalesi onesti adesso è il gruppo scout. Era il sono di Peppino far nascere qui il primo nucleo e, adesso, mia figlia è aiutocapo”. Infine, a Mattarella Emilio, fratello di Don Peppe Diana, racconta di aver chiesto “aiuto ai giovani. Qui manca il lavoro [e] dando occupazione si sottrae la manovalanza alla criminalità organizzata”.