Torna al centro dell’attenzione il caso di don Paolo Piccoli, il monsignore condannato a 21 anni e sei mesi in primo grado con l’accusa di essere l’autore dell’omicidio di un altro parroco, l’anziano don Giuseppe Rocco, strangolato nel 2014 nella Casa del clero di Trieste, dove entrambi risiedevano. Don Piccoli però ha sempre ribadito la sua innocenza rispetto alle gravissime accuse che gli sono state rivolte, e tornerà a farlo anche stasera ospite della nuova puntata di Chi l’ha visto, nel corso della quale il sacerdote presenterà documenti e testimonianze inedite. “Non ho ucciso nessuno”, continua a dire don Piccoli, esattamente come fece all’indomani della condanna da parte della Corte d’Assise di Trieste, quando in una intervista a IlCapoluogo.it aveva spiegato: “Io non ho ammazzato nessuno, ho sempre rispettato l’abito che porto, soprattutto non avevo un motivo che fosse uno per ammazzare Don Rocco”. Secondo l’accusa, don Piccoli avrebbe ucciso al fine di sottrarre alla vittima alcuni oggetti di scarso valore economico: una bomboniera a forma di veliero, una madonnina di legno e una collanina che l’anziano parroco portava sempre con sé e mai ritrovata.



DON PICCOLI CONDANNATO PER L’OMICIDIO DI DON ROCCO

A trovare don Giuseppe Rocco senza vita fu la sua perpetua, Eleonora Di Bitonto, divenuto poi un personaggio chiave nel corso del processo a carico di don Piccoli. Inizialmente considerata una morte naturale anche per via dell’età avanzata del prete, in realtà è poi divenuta una grave accusa di omicidio per strangolamento nei confronti di don Piccoli. Quest’ultimo si trovava lì per benedire la salma e porgere l’estrema unzione. Così giustifica la presenza di minuscole tracce di biologiche a lui riconducibili e legate ad una malattia della pelle che lo colpisce da tempo. La trasmissione di Rai3 ha tentato di raggiungere la perpetua, considerata la principale accusatrice di don Piccoli, ma la donna si è negata di parlare con l’inviato del programma. Eppure, contro di lei ci sarebbero molti dubbi a partire dal ciondolo uguale a quello sottratto da don Rocco e visto da più persone proprio al collo di Eleonora Di Bitonto. A portare a dubitare di lei anche il fatto che con la morte dell’anziano prelato sarebbe entrata in possesso di una ricca eredità relativa ad una ingente somma di denaro oltre che diverse unità immobiliari.



TUTTI I DUBBI SULLA PERPETUA

Secondo la difesa di don Paolo Piccoli, la posizione della perpetua di don Rocco sarebbe da rivedere essendo stata poco chiara durante tutte le fasi del processo. Secondo l’avvocato Vincenzo Calderoni, uno dei difensori dell’accusato, “la perpetua ha detto in sede processuale 7 bugie su 7 argomenti importanti: la collanina di Don Rocco, i soldi che avrebbe restituito al prete, la telefonata che avrebbe fatto la mattina del decesso e che invece non aveva mai fatto, la lettera anonima che aveva inviato a don Piccoli, la dichiarazione rilasciata e secondo la quale avrebbe visto delle gocce di sangue sul letto in una stanza buia, l’aver negato di aver tentato di rianimare l’anziano prelato”. I maggiori dubbi nonché la chiave che potrebbe smentire le accuse finora rivolte nei confronti di don Piccoli sarebbe rappresentata proprio dalla donna. Quali sono le nuove testimonianze che saranno rese note questa sera dal prete?

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