Il giorno di Natale, sette ragazzi sono evasi dal carcere minorile Beccaria. A Quotidiano Nazionale ha parlato don Gino Rigoldi, che da oltre cinquant’anni è cappellano della struttura detentiva. 83 anni, don Gino afferma che quel giorno “Già dal mattino non c’era un clima da ‘messa di Natale’ e ho preferito parlare con piccoli gruppi di ragazzi, ascoltandoli e recitando delle preghiere con chi desiderava farlo”. E pensando a cosa possa aver scatenato il desiderio di evadere dal carcere minorile, don Gino spiega: “penso al miscuglio di emozioni che si è generato in questi ragazzi ’difficili’: rabbia, tristezza, nostalgia per il fatto di essere lontani da casa e dagli affetti in questa giornata. E rendersi conto della possibilità di evadere ha fatto scattare la molla”.
Don Gino, cappellano del carcere minorile Beccaria da cui sono evasi sette ragazzi, pensa che “per loro è stata l’occasione di vivere una grande avventura senza rendersi conto delle conseguenze. Sono adolescenti, prima di essere detenuti. Io li conosco: sono sicuro che riuscirò a riportarli indietro, insieme a don Claudio Burgio, prima che la loro situazione possa aggravarsi ancora di più”. Sentito da Quotidiano Nazionale, fornisce anche degli aggiornamenti su questa vicenda di evasione: “Tre sono già tornati indietro, due presi dalle forze dell’ordine e un terzo accompagnato dai familiari. Sono ragazzi difficili, alcuni senza la famiglia alle spalle. Siamo noi i loro adulti di riferimento“.
Evasione dal carcere minorile Beccaria, “manca un direttore e una continuità educativa”
Detenuti minorenni evasi dal carcere Beccaria, il cappellano don Gino ha ricordato che subito dopo questo fatto “sono subito andato dai ragazzi che stavano protestando. Si sono agitati quando hanno saputo dell’evasione” e l’hanno considerata “una grande impresa”. E a Quotidiano Nazionale racconta di aver “ho placato gli animi, un po’ con le buone e un po’ alzando la voce. Mi hanno dato retta, tra noi c’è stima reciproca”. Ma per don Gino “il problema più grave è la mancanza di un direttore: in 20 anni abbiamo avuto 13 facenti funzione. Vuol dire estrema difficoltà nel portare avanti una continuità educativa, a impostare progetti. Speriamo che questo clamore possa servire a migliorare le cose, a far sì che arrivino risorse ed educatori, a far concludere i lavori in corso“.
Don Gino, del carcere minorile Beccaria, ammette che “il clima che si respira oggi non è bello, ma neppure disastroso” e descrive i ragazzi come “più rabbiosi, tendono a essere maggiormente aggressivi. Ma anche più confusi. Il loro è un grido di aiuto, sono in cerca di adulti che li ascoltino senza giudicare e il nostro compito deve essere quello di dissipare la nebbia che li circonda per aiutarli a trovare una strada”.