Spesso si definiscono anche in maniera “banale” alcuni sacerdoti come “preti di strada”, ma nel caso di Don Roberto Malgesini le persone che lo conoscevano molto bene lo definiscono proprio un “prete degli ultimi”. È stato ucciso, accoltellato alla schiena da uno di quegli stessi “ultimi” che aveva aiutato di recente, un 53enne tunisino pare con diverse turbe psichiche. Uscito dalla macchina, fuori dalla sua abitazione, era atteso dal immigrato irregolare che per motivi ignoti lo ha colpito più volte lasciandolo senza vita sul marciapiede prima di andarsi a costituire spontaneamente dai carabinieri. «Siamo sconvolti e sgomenti di fronte alla morte di don Roberto. Siamo orgogliosi come Vescovo e come Chiesa per un sacerdote che ha dato la vita per Gesù attraverso gli “ultimi”», ha commentato il vescovo di Como, Monsignor Oscar Cantoni. Questo sera alle 20.30 in Duomo ci sarà il Santo Rosario cui si stringe l’intera comunità cattolica della città, sbalordita dall’efferatezza da parte di uno di quegli immigrati che così tanto amorevolmente il prete venuto dalla Valtellina aveva curato e assistito per anni. Portava le colazioni ai senzatetto, serviva in mensa e nel dormitorio, a sue spese scarrozzava i più poveri e ultimi dal medico o presso gli sportelli amministrativi per aiutarli in tutto e per tutto: un testimone di Cristo nel sostegno agli ultimi, questo era Don Roberto Malgesini.



CHI È L’IMMIGRATO CHE HA UCCISO DON ROBERTO

«Resta dinanzi a tutti noi l’immagine di Don Roberto Malgesini, mite e silenziosa, i suoi gesti di gratuita, generosa e affettuosa prossimità a quelle persone che con la loro presenza occupano lo spazio della penombra della nostra società, dove si muove l’abbandono, dove la mancanza di speranza si declina in un quotidiano di espedienti, di rabbia e di desolazione. Nessuno osi speculare sulla sua morte, sarebbe il più turpe degli insulti», lo ricorda così il consigliere Bruno Magatti sui canali social. Portando il cordoglio dell’intera Regione Lombardia al prete ammazzato per strada, il Governatore Attilio Fontana ha fatto sapere «Aggredito questa mattina da un senzatetto a cui il sacerdote aveva portato conforto. Da anni don Roberto all’alba portava i pasti caldi ai poveri della città. Una vita dedicata agli ultimi, un esempio per tutti noi». Del suo carnefice si conosce ben poco, se non che ha 53 anni ed è di origine tunisina: aveva piccoli precedenti penali oltre ad un decreto di espulsione dall’Italia mai rispettato. Da tempo dormiva nei porti letto messi a disposizione dalla stessa parrocchia di San Rocco dove serviva Don Roberto Malgesini: durante la sua spontanea confessione ai carabinieri pare l’assassino abbia alternato dettagli precisi a frasi sconnesse. Il direttore della Caritas diocesana di Como, Roberto Bernasconi, usa toni molto forti per denunciare la morte dell’amico sacerdote: «Era una persona mite, ha votato tutta la sua vita agli ultimi, era cosciente dei rischi che correva. La città e il mondo non hanno capito la sua missione. Questa tragedia è paragonabile a un martirio, voleva trasmettere un messaggio cristiano attraverso la vicinanza a queste persone. E’ una tragedia che nasce dall’odio che monta in questi giorni ed è la causa scatenante al di là della persona fisica che ha compiuto questo gesto. O la smettiamo di odiarci o tragedie come questa si ripeteranno. Spero che questo suo martirio possa contribuire allo svelenamento della società».



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