Don Ruggero Caputo è stato proclamato Venerabile su preciso ordine di Papa Francesco: un grande traguardo per la comunità cattolica di Barletta, che vede riconosciuti i giusti meriti al suo “Servo di Dio” per il suo infaticabile operato terreno. La “Gazzetta del Mezzogiorno” ha intervistato per l’occasione monsignor Sabino Lattanzio, postulatore diocesano e prevosto di San Giacomo a Barletta, per ripercorrere insieme a lui le tappe che hanno portato a questo risultato importantissimo.
“Il mio cuore è colmo di gioia indescrivibile nel vedere il raggiungimento di questo obiettivo nell’iter della causa di canonizzazione di don Ruggero Caputo – ha esordito il monsignore –. Per don Ruggero c’è una marcia in più, in quanto sono legato alla sua persona fin dalla più tenera età. Io e i miei amici di infanzia della parrocchia di San Giacomo Maggiore di Barletta lo abbiamo avuto, oltre che viceparroco, nostra guida-chierichetti e nostro punto di riferimento. Egli, con la sua bontà, benevolenza e allegria, non ha messo mai distanze con nessuno, tanto meno con noi piccoli, convinto com’era che la pianta va coltivata fin dal suo nascere. Quando nel 1974 i superiori lo destinarono viceparroco della parrocchia di Santa Maria degli Angeli (incarico conservato fino alla sua morte), io ho continuato a seguirlo, avendolo come punto di riferimento”.
DON RUGGERO CAPUTO PROCLAMATO VENERABILE: L’ITER CHE HA PORTATO AL TRAGUARDO
L’iter che ha portato alla Venerabilità di don Ruggero Caputo è stato tortuoso e complicato, come svela monsignor Lattanzio: “Divenuto parroco di San Giacomo Maggiore, cominciai a muovere i primi passi per dare sepoltura privilegiata ai suoi resti mortali. Poi, nel 2005, sollecitato dall’arcivescovo Carmelo Cassati, prima, e da monsignor Giovan Battista Pichierri poi, diedi alle stampe la biografia ufficiale per dare inizio alla fase diocesana del processo di beatificazione di don Caputo, avvenuta il 1° maggio 2006 e conclusasi il 25 luglio 2007”. D’altro canto, spiega l’intervistato la figura di don Ruggero Caputo, in questo periodo così drammatico senza alcun fondamento, “ci induce a riprendere in mano il senso di responsabilità”. Adesso cosa accadrà? “Con il riconoscimento della Venerabilità, bisogna diffondere il più possibile la sua conoscenza e soprattutto fare in modo che i fedeli preghino per lui, specialmente gli ammalati di casi gravi, affinché per sua intercessione possano verificarsi dei miracoli. Un segno dall’Alto, cioè un miracolo, permetterà a don Caputo di salire agli onori degli altari, così potremo avere la gioia di vederlo Beato, poi Santo”.