Il caso di don Francesco Spagnesi, parroco di Prato arrestato con l’accusa di appropriazione indebita, traffico di droga e tentate lesioni, sarà al centro della nuova puntata di oggi di Quarto Grado. Le indagini, incentrate inizialmente su un altro uomo rivelatosi poi il suo compagno, sarebbero finite con il coinvolgere anche il prete. Entrambi sono stati sottoposti agli arresti domiciliari ma i nodi da sciogliere restano ancora molteplici.



Con il passare dei giorni don Spagnesi ha continuato a collezionare capi d’accusa via via che le indagini andavano avanti. Interrogato, agli inquirenti il prete si è detto influenzato dalla droga che lo aveva “profondamente cambiato”. Ed in lacrime, davanti ai suoi legali aveva detto di essere intenzionato a restituire tutto quello che deve. Si tratta, nel dettaglio, di circa 300 mila euro che il parroco avrebbe sottratto ai fedeli, impiegati per l’acquisto di droga. Stando a quanto emerso dalle indagini, il don avrebbe prima usato i soldi del conto corrente della parrocchia e poi quelli dei fedeli destinati ai poveri come provato da alcuni messaggi inviati ai parrocchiani in cui chiedeva “contanti per le spese più urgenti” a causa della crisi della pandemia.



Don Spagnesi, il nodo dei festini a luci rosse

Nella giornata di ieri, stando a quanto svelato da Fanpage.it, don Francesco Spagnesi ha intrapreso il suo percorso di recupero dalla tossicodipendenza, accompagnato dagli operatori del Serd e da una assistente sociale. Il parroco ha infatti espresso la volontà di disintossicarsi lasciandosi alle spalle anche i festini a luci rosse organizzati in un appartamento di Figline.

Proprio questo rappresenta un altro nodo delicatissimo della vicenda. I festini a base di sesso e droga erano organizzati dal parroco e dal compagno Alessio Regina. Il don era solito cimentarsi in rapporti non protetti anche se dal 2011 era sieropositivo. Della sua condizione pare non avesse mai detto nulla a nessuno e nel corso degli anni avrebbe continuato ad avere diversi rapporti sessuali non protetti. Per tale ragione la procura ha notificato a don Spagnesi la richiesta di consenso al prelievo ematico per attestare il livello di contagiosità del prete. Questo avrebbe portato anche all’accusa di lesioni gravissime. “Non ho detto niente perché ero in cura, prendevo dei medicinali anti virali e dunque non ero contagioso anche se per alcuni mesi ho interrotta la terapia”, avrebbe riferito al suo legale come riporta Corriere della Sera. Intanto, come emerso dalla trasmissione Chi l’ha visto pare che almeno due persone che avrebbero frequentato i festini hard abbiano dichiarato di essere sieropositive. Da qui l’appello lanciato nel corso del programma: “Essendo sieropositivo, chi ha avuto contatti con questo prete ad agosto dovrebbe fare dei controlli medici e rivolgersi agli inquirenti”. In merito ai festini hard, inoltre, ci sarebbero anche altre prove, addirittura dei video, come emerso dalle ultime indagini e reso noto dal programma di Federica Sciarelli.