E’ finito agli arresti domiciliari con l’accusa di abusi e molestie su minori Don Emanuele Tempesta, giovane prete di Busto Garolfo (Milano). I presunti abusi sarebbero avvenuti durante il periodo del lockdown, tra il 2020 ed il 2021. Sentito dalle forze dell’ordine nelle passate ore non si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha negato le accuse a suo carico definendole “infamanti” nei suoi confronti. La comunità in provincia di Milano è ovviamente sotto choc. A raccogliere le testimonianze dei cittadini è stata la trasmissione Lombardia Nera: “Tutto il paese è sconvolto!”, ha commentato una anziana signora.
I presunti abusi sessuali su minori compiuti da don Tempesta sarebbero avvenuti tra febbraio 2020 e maggio 2021 e sarebbero oltre cinque gli episodi contestati. Le vittime avrebbero un’età compresa tra i 7 e gli 11 anni e sarebbero state molestate a casa del sacerdote. L’indagine è nata dalle denunce di alcune mamme che avevano notato segnali di disagio nei propri figli, ed è poi proseguita con le audizioni protette degli stessi minori.
DON TEMPESTA E LE ACCUSE DI ABUSI SESSUALI SU MINORI: COSA RISCHIA
Sul caso di don Emanuele Tempesta è intervenuta anche l’amministrazione comunale che ha commentato: “La preoccupazione principale dell’amministrazione comunale è quella di andare in aiuto dei bambini, delle famiglie quindi pensiamo di andare verso l’attivazione di uno sportello psicologico che possa sostenere eventuali ansia, preoccupazioni e paure”. Dalla diocesi, intanto, si ribadisce di non aver mai ricevuto segnalazioni in tal senso e l’arcivescovo Delpini ha espresso vicinanza alla comunità. Il caso è stato oggetto di dibattito nello studio di Lombardia Nera, dove l’avvocato Germinara ha spiegato quanto rischierebbe il don in caso di conferme delle gravissime accuse a suo carico: “Rischia qualche anno perché è ovvio che si tratta di un reato di pedofilia aggravato anche perchè c’è la forma dell’adescamento in quanto i bambini sarebbero stati portati a casa del prete ed avrebbe abusato di relazioni d’ufficio, di mestiere”. Tuttavia il prete avrebbe reagito con grande sorpresa alle accuse asserendo di essere estraneo ai fatti. A settembre si procederà con l’incidente probatorio durante il quale i minori saranno sentiti con tutte le tutele possibili.
LE PAROLE DI DON COPPOLA
Don Patrizio Coppola ha auspicato che questa tempesta possa acquietarsi presto. A suo dire, quando succedono queste cose occorre fare un esame di coscienza. “Se è vero allora io sarei molto severo con i miei sacerdoti e li ridurrei allo stato laicale”, ha aggiunto. In merito al caso di don Tempesta ha aggiunto: “E’ chiaro che un giovane prete che esce dal seminario, diventa prete e lo mettiamo insieme ai ragazzini, c’è bisogno di una cultura per entrare in quegli ambienti dove ci sono i ragazzini”. A detta di don Coppola, il problema si pone proprio dopo l’uscita dal seminario: “Il più delle volte nel seminario si fanno esperienze particolari e i vescovi sanno bene cosa succede nei seminari. Non dico che è la regola ma è quasi così”, ha aggiunto, “Per mancanza di vocazione noi imbarchiamo di tutto purtroppo”. Marco Oliva ha voluto giustamente precisare come omosessualità e pedofilia siano due concetti del tutto diversi. Intanto l’avvocato di don Tempesta ha voluto mantenere il massimo riserbo sul contenuto dell’interrogatorio. Il don, di contro, si è detto “scioccato e provato” da quanto sta accadendo parlando con il gip. In oratorio nessuno intende parlare ma la tensione è inevitabile.