Una donna, ex professoressa di lettere, nata il 24 aprile 1922 in provincia di Salerno, ha fatto testamento per la ragguardevole cifra di 850mila euro in favore di Pietro Maso, l’assassino che, proprio per l’eredità, uccise i suoi genitori. Il gesto sarebbe stato compiuto “in ragione del pentimento e del ravvedimento dimostrato, affinché possa rifarsi una nuova vita onesta”.
Chi lo racconta è l’Associazione Giustitalia. Leggo che potrebbe trattarsi di una bufala, e che si stanno facendo accertamenti, ma se non lo fosse? L’Associazione aveva difeso la signora Gina – così si chiamava l’anziana deceduta pochi giorni fa – per una cartella esattoriale non pagata e il 28 settembre scorso se l’è vista arrivare con in mano quel testamento. La signora, nonostante avesse 96 anni, ne dimostrava non più di ottanta e sembrava godere di ottima salute. Pare che la signora si sia spinta a compiere il gesto sorprendente dopo aver visto Pietro Maso parlare in televisione. In quella occasione egli aveva raccontato la sua storia di pentimento ripercorrendo la propria vita. Da quando aveva ucciso papà e mamma con l’unico scopo di riceverne l’eredità, ai 22 anni trascorsi in carcere, ai problemi con la droga, le minacce alle sorelle, la disintossicazione, la redenzione, l’aver scritto a Papa Francesco ricevendo proprio dal pontefice una telefonata “in cui lui, il Papa, chiedeva a me, l’ultimo dei peccatori, di pregare per lui”.
Pare che Pietro Maso attualmente viva in Spagna facendo il cameriere e non si conosce la sua reazione. Potrebbe decidere di accettare l’eredità, di rifiutarla o di accettarla con riserva. Secondo quest’ultima eventualità Maso conoscerebbe l’esatta entità dell’eredità, le motivazioni e in base a ciò deciderebbe cosa fare.
Quali reazioni ho di fronte a questa“notizia”? Contrastanti, senza dubbio, e sento dentro di me, personalmente, il dovere di separarle in due momenti: il primo guardando la signora Gina, il secondo guardando Piero Maso.
Alla signora Gina faccio i miei applausi. Una scelta come la sua è il miglior modo per dire a chi ha sbagliato nella vita che si può sempre ricominciare e che nulla è perduto. È commovente, per una donna che non ha marito, né parenti, né figli, scegliere di essere madre di una persona che ha ucciso la propria insieme al papà, compiendo una riedizione macabra e violenta della parabola del figliol prodigo.
Se guardo Maso, però, gli dico: adesso, per ringraziare, fai vedere di essere all’altezza di tanta nobiltà. Regala a tua volta gli 850mila euro che ti sono piovuti dal cielo a qualcuno che ne ha davvero bisogno. Fallo per te, per la tua dignità come persona, perché guadagnarsi la vita lavorando come cameriere è davvero una bellissima cosa e non avrebbe senso rovinare il gesto di “nonna Gina” facendo credere a qualcuno, magari un po’ squinternato, che compiere un delitto così terribile non è tanto diverso da vincere alla lotteria. Sarebbe un bel gesto evitare brutte tentazioni a chi potrebbe scoraggiarsi considerando come una persona che ha assassinato i genitori finisca con avere in premio i risparmi di una vita.