Il libro “The Kindest” è finito al centro di una vera e propria disputa legale tra le due scrittrici Dawn Doreland e Sonya Larson. Il perché? Come riferito dal New York Times il saggio si baserebbe sulla storia vissuta sulla propria pelle dalla Doreland e raccontata sui social, ma poi “rubata” e pubblicata dall’amica-rivale Larson conquistando i favori della critica e capace di vincere dei premi. Una volta scoperta la truffa, per caso grazie a degli amici, Dawn Doreland ha chiesto i danni, ma la storia è tutt’altro che ai titoli di coda.



La donna ha infatti chiesto un lauto risarcimento danni di circa 15mila dollari e altri 180mila nel caso in cui la collega riscriverà mai qualcosa inerente alla sua storia. Alla base di tutto c’è appunto quel racconto rubato dai social. Dawn Doreland aveva infatti raccontato ai membri di un gruppo Facebook di aver donato un rene e lì dentro c’era proprio l’amica ed ex collega che le avrebbe fatto il torto di raccontare per filo e per segno la storia in un suo libro. Dal 2019 la storia è sbarcata in tribunale con successive accuse di diffamazione della Larson a Dawn Doreland che le avrebbe affossato la carriera.



Disputa legale per la storia rubata: le accuse

“The Kindest”, libro premiato in un concorso letterario di Boston, racconta la storia di una donna che dona un rene, proprio come Dawn Doreland. Dopo aver venduto oltre 30mila copie, il progetto letterario è stato scoperto dalla diretta interessata che si è sentita tradita dall’ex collega della scuola di scrittura. La stessa Larson ha provato a difendersi: “Vedo che sei molto ferita, e per questo mi dispiace molto. Io stessa ho visto riferimenti alla mia vita nelle opere di altri, e di sicuro mi ha fatto effetto. Ma io penso che si abbia il diritto di scrivere di quel che vogliamo, come ce l’ho io e come ce l’hai tu”.



Dalla scoperta della “truffa” all’arrivo in tribunale ci sono tanti altri motivi di tensione tra le due, come raccontato dal New York Times che poi svela anche delle mosse della Doreland nell’ultimo anno. Come riferito dal quotidiano americano infatti la donna ha partecipato più volte come pubblico a diversi eventi in streaming in cui la Larson era tra i conferenzieri. “Mi sono sentita come perseguitata”, ha spiegato Larson, mentre la Dorland si è giustificata dicendo che faceva parte del suo percorso terapeutico.