Dopo essere stato dimesso dal Walter Reed Hospital di Washington, Donald Trump è tornato alla Casa Bianca, e in merito al coronavirus ha twittato: “La stagione dell’influenza sta per arrivare. Ogni anno l’influenza fa anche oltre 100mila morti, nonostante il vaccino. Chiudiamo per questo il Paese? No, abbiamo imparato a convivere con essa, proprio come stiamo imparando a convivere col Covid, che su gran parte della popolazione non è letale”. Ennesime dichiarazioni da parte del tycoon che ovviamente hanno creato polemica, visto che lo stesso Trump, nonostante abbia provato sulla sua pelle il covid-19, continua a minimizzare la questione. Fatto sta che il commander in chief è pronto a tornare al lavoro, “presto in campagna elettorale”, assicura lo stesso. Joe Biden nel frattempo aveva dedicato un tweet al suo sfidante: “Spero che il presidente, con tutto quello che ha passato, comunichi la giusta lezione al popolo americano: le mascherine contano, salvano la vita”. Per ora sembra di no. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



DONALD TRUMP DIMESSO DALL’OSPEDALE. E’ POLEMICA: “TRASFERITO COL SUV? IRRESPONSABILE”

Donald Trump è stato dimesso nelle scorse ore dal Walter Reed hospital di Washington, ed è già polemica. Il presidente è stato trasferito dall’ospedale alla Casa Bianca con la “bestia”, un suv blindato a prova di proiettili, ma non a prova di virus come appunto il covid-19. A sottolineare questo aspetto, come riportano i colleghi di RaiNews, è stato il dottor James Phillips, assistant professor alla Georgetown University, chief of disaster medicine al dipartimento di medicina di emergenza e analista della Cnn frequentante anche lo stesso Walter Reed, che parla di irresponsabilità del presidente. “Il suv presidenziale non è solo a prova di proiettili ma anche ermeticamente sigillato contro un attacco chimico. Il rischio di trasmissione Covid-19 al suo interno è alto come quello di uscire dalle procedure mediche. L’irresponsabilità è sbalorditiva”. Il dottor Phillips, dopo aver attaccato Donald Trump, ha quindi rivolto il proprio pensiero ai Servizi Segreti, gli agenti di scorta del commander-in-chief: “Il mio pensiero è per il Secret Service costretto a partecipare”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



DONALD TRUMP DIMESSO DALL’OSPEDALE: LE SUE PAROLE

Donald Trump ha lasciato il Walter Reed Hospital di Washington per fare ritorno presso la Casa Bianca. A bordo della cosiddetta “bestia”, il super suv blindato, il presidente ha salutato da dietro il finestrino i sostenitori che si era appostati da venerdì fuori dall’ospedale militare in segno di vicinanza. “Siete dei veri patrioti – si era rivolto così ai suoi seguaci lo stesso Donald Trump poco prima delle dimissioni, attraverso un video via Twitter – è stato un viaggio interessante, ho imparato molto sul Covid, questa è la vera scuola“. E ancora: “Voglio ringraziarvi personalmente, vi farò presto una sorpresa”. E la sorpresa sono state appunto le dimissioni: nessuno si aspettava che il tycoon lasciasse l’ospedale così in fretta ma evidentemente le sue condizioni fisiche non destano eccessiva preoccupazione, e il presidente potrà curarsi agilmente dall’abitazione di Washington. Nella giornata di ieri il medico della Casa Bianca, lo pneumologo Brian Garibaldi, aveva tenuto una conferenza stampa in cui aveva spiegato: “Se continua a migliorare così, il presidente tornerà alla Casa Bianca già lunedì per continuare le cure da lì”, ma il ritorno al lavoro è stato anticipato di qualche ora.



DONALD TRUMP POSITIVO GIÀ DA GIOVEDÌ?

Nel frattempo non si placano le speculazioni dei media Usa sull’infezione di Donald Trump e secondo alcune indiscrezioni lo stesso presidente si era sottoposto ad un tampone rapido che aveva dato un test positivo già nella giornata di giovedì, prima di apparire alla Fox, dove però non aveva accennato nulla alle sue condizioni fisiche, limitandosi invece a dire che una persona a lui vicina (risultata essere poi Hope Hicks), era stata contagiata. Trump, riferisce sempre la stampa d’oltre oceano come scrive Repubblica, pare abbia chiesto di mantenere il silenzio sul suo primo test, e pare che anche Bill Stepien, il capo della campagna elettorale del commander in chief, non sapesse dell’infezione della Hicks.