Nel corso del consueto incontro odierno con la stampa all’interno dello Studio Ovale, il presidente Donald Trump è tornato a parlare brevemente dei futuri rapporti con la Cina – anche alla luce delle recenti indiscrezioni del New York Times sull’incontro con Elon Musk, sul quale torneremo a breve – e della strada attualmente tracciata sui dazi nei confronti degli alleati ed avversari degli USA; il tutto mentre ha presentato anche i nuovissimi caccia F-47 – a detto dello stesso Donald Trump “praticamente invisibili” ad occhio nudo e ai radar militari – che entreranno presto in dotazione dell’esercito statunitense.
Partendo proprio dai dazi, Donald Trump ha voluto mettere in chiaro che non ci sarà nessun passo indietro rispetto a quanto già annunciato in precedenza, definendo il prossimo 2 aprile – ovvero quando dovrebbero diventare operativi – “l’American Freedom Day” dopo decenni in cui gli USA sono stati “truffati da ogni paese del mondo” sia dal punto di vista del “commercio” che da quello “militare”; aprendo tuttavia per la prima volta le porte ad una possibile “flessibilità” che li renderà di fatto “una strada a doppio senso”.
Donald Trump sulla visita di Musk al Pentagono: “Non gli mostrerei mai i piani per una guerra contro la Cina”
Tornando al centrale tema della Cina, il presidente Donald Trump ha precisato chiaramente ai giornalisti che attualmente “nessuno vuole una guerra“, pur dicendosi subito dopo eventualmente “pronti” e “molto ben attrezzati” per affrontarla a dovere; il tutto ribadendo che dal suo punto di vista ambisce ad avere un “bellissimo rapporto” con il presidente cinese Xi Jin Ping, poco prima di passare alle recenti voci sull’incontro con Elon Musk al Pentagono.
Dalla notizia certa che il CEO di SpaceX e Tesla proprio oggi – attorno alle 14 in Italia – sia stato ricevuto al Pentagono dal segretario della Difesa Pete Hegseh, il New York Times aveva fatto circolare già ieri un’indiscrezione secondo la quale Elon Musk sarebbe stato messo a conoscenza dei piani top secret della Casa Bianca per gestire un’eventuale guerra contro la Cina: piani che – naturalmente – esistono e che sono tra i più riservati dell’amministrazione USA, tanto che dallo Studio Ovale Donald Trump ha chiarito che “non mostrerei mai a Musk i piani per una potenziale guerra“.
Il nodo – ha spiegato Donald Trump – è che il revisore delle spese governative statunitensi “ha degli interessi economici in Cina” e per quanto stia facendo un “lavoro straordinario” dal punto di vista dei tagli alla spesa del governo federale “si trova in una posizione sensibile” quando si parla di Cina, fermo restando comunque che “non mostrerei a nessuno i piani per una potenziale guerra”; mentre sulle voci sull’incontro di Musk al Pentagono era arrivata anche una smentita da parte dello stesso Pete Hegseh che ha spiegato che avrebbero palato di “innovazione, efficienza e produzione più intelligente“.