Donatella Rettore ha raccontato il tentativo di violenza sessuale subito quando aveva appena 15 anni. In collegamento con il programma di Rai Uno, Storie Italiane, ha spiegato: “Sono uscita dagli allenamenti di basket alle sei di sera, il mio rientro a casa era di circa un’ora, il bonus che mi dava mia mamma se no sarebbe stato un disastro. Passò per caso questo ragazzo, deduco avesse 3 anni più di me, aveva la patente, mi sembrava normale, tranquillo, ma mai fidarsi delle apparenze, se vi sembra un santo, sotto sotto… mi è sempre sembrato asessuato e invece no, curava la mia squadra e l’ora che facevamo gli allenamenti, mi ha fermato e mi ha detto se volevo prendere un caffè ad Asolo, a dieci minuti di distanza, per fare due chiacchiere e che poi mi avrebbe portato a casa immediatamente. parliamo di musica e basket: io ho detto sì sì va bene ma a casa alle 18:30 che mia mamma è un maresciallo dei carabinieri”. Una volta in macchina, qualcosa però è cambiato: “Durante strada ha cambiato strada ed è andato verso la campagna, ho chiesto dove stiamo andando e lui ha cambiato espressione, il modo di parlare, era autoritario non era più gentile, ha detto andiamo ‘dove voglio io’ e gli ho detto ‘allora torniamo indietro’, ho preso le chiavi della macchina, l’ho spenta e ho buttato chiavi dal finestrino, quando ho fatto per scendere mi ha preso per i capelli, io soffro moltissimo questa cosa, non mi fono i capelli per questo, mi son girata e gli ho dato un calcione, credo di avergli fatto male”.



DONATELLA RETTORE: “HO CORSO VERSO CASA PER 7 KM”

Fortunatamente Donatella Rettore è riuscita a fuggire: “Lui si è accasciato sul volante, mi ha lasciato il tempo di correr per 6/7 chilometri e sono arrivata a Castelfranco tutta sudata e non respiravo mentre correvo, ero talmente impressionata, ma mi dicevo che non mi aveva toccata nemmeno con un dito. Poi ho pensato ‘adesso chi torna a casa’? Mio padre sarebbe stata presente e io sono andata al comando dei carabinieri a 200 metri da casa mia; ho parlato col maresciallo, ho chiesto se mi potevano accompagnare a casa se no le botte non le scampavo. Mi hanno detto di non preoccuparmi e di stare tranquilla, sono stati carinissimi e tutt’ora li ringrazio per la delicatezza, erano altri tempi e le cose venivano taciute. I carabinieri mi dissero di lasciar parlare loro: hanno consigliato di non dare pubblicità alla cosa ma di parlare con la famiglia del ragazzo, mio padre ha detto che ci pensava lui. Ho rassicurata mia mamma che non mi avesse toccato, che fossi ancora vergine”. Donatella Rettore si è sentita in qualche modo ‘carnefice’ in quell’occasione: “Si pensa sempre che la colpa sia delle donne, ma io ero in tuta, una ragazzina normale, niente di sexy”. Anche quando aveva 8 anni le è capitato un altro episodio di violenza: “Stavo tornando a casa dalle suore, avevo trovato un esibizionista di turno, un pedofilo. Stavo raccogliendo dei fiori in un prato per la festa della mamma e c’era quest’uomo con il classico impermeabile che mi ha fatto vedere i suoi gioielli, ha rischiato il linciaggio”.

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