Donatella Rettore, chi è: l’amore per la musica e il successo a fine anni ’70

Nata a Castelfranco Veneto nel 1955, Donatella Rettore è figlia di un’attrice di teatro e di un commerciante, Cesare. Il mondo della musica la affascina fin da quando è bambina: a dieci anni, infatti, la cantante mette su un primo complesso, “I cobra”, per poi continuare il suo percorso nello studio: si diploma infatti con il massimo dei voti all’istituto tecnico commerciale per periti aziendali e si trasferisce poi a Roma, dove inizia a cantare, facendo addirittura concerti con Lucio Dalla, essendo la sua spalla nel corso del tour estivo. Arrivano poi le prime canzoni e i primi album mentre nel 1974 c’è l’avventura al Festival di Sanremo con “Capelli sciolti”. La sua avventura sanremese, così come il successivo album, non ottiene il successo sperato: lo stesso accade nel 1977 con la nuova esperienza all’Ariston, con “Carmela”.



Per Donatella Rettore, l’anno della svolta è il 1978. La cantante infatti cambia il proprio nome e il proprio look, ma anche il suo modo di fare musica, dedicandosi al rock e al pop. Nel 1980, con “Kobra” ottiene il secondo posto al Festivalbar con uno straordinario successo che dura ancora oggi. Negli anni a seguire non mancano i grandi successi con le hit estive. In tempi più recenti, la Rettore è tornata al Festival di Sanremo nel 2022 in coppia con Ditonellapiaga, con il brano “Chimica”. Per Donatella Rettore, varie anche le partecipazioni in film: ha recitato in “Cicciabomba” di Umberto Lenzi, “cinsi Paganini” di Klaus Kinski e infine “Strepitosamente… Flop” di Pierfrancesco Campanella.



Donatella Rettore, la musica intesa come cultura

Per Donatella Rettore, la musica è cultura. La cantante negli ultimi anni non ha rilasciato un gran numero di brani o di album ma ha spiegato proprio lei il motivo, non amando la musica “usa e getta”. Intervenuta a Vanityclass.it, la cantante ha spiegato il suo modo di vedere e vivere il suo lavoro: “Quelli uguali gli uni agli altri, non mi piacciono, perché a mio avviso “l’usa e getta” inquina ed io preferisco farne a meno. E allo stesso modo non amo particolarmente venire incontro ai gusti del pubblico”.

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