Donatella Rettore – anzi, solo Rettore come lei giustamente sottolinea, ma per necessità di racconto ci perdonerà – è sempre un fiume in piena quando si tratta di raccontarsi. Anima rock e punk si uniscono nella sua attitudine, nei suoi modi, aspetti sublimati da una magnifica irriverenza. Nel salotto di Caterina Balivo a La Volta Buona si è lasciata andare ad aneddoti tra passato e attualità che hanno stimolato non poca curiosità.



Donatella Rettore è partita dal nuovo singolo, “Il senso del pericolo”, spiegandone il senso addentrandosi nei meandri dell’amore e delle cotte giovanili. “Io sono una scapestrata per cui quando mi innamoro o quando c’è quel periodo, 20 giorni con le farfalle nello stomaco e non capisci nulla, non guardi a destra e sinistra: passi, anche se ti mettono sotto… Le prime cotte sono fulminanti, magari poi si esauriscono. Io ne ho avute tantissime. Io mi innamoravo solo di gente che suonava, se uno aveva una chitarra o una tastiera era già un mio fidanzato”. La cantante ha poi aggiunto: “Come si chiamava il mio primo amore? Claudio come mio marito, che c’è e rimane l’uomo della mia vita. Stiamo insieme dal 1977… La vera trasgressione è seguire le regole, a patto che siano giuste, altrimenti anche io divento disobbediente”.



Donatella Rettore a La Volta Buona: “Amadeus è un uomo meraviglioso…”

Donatella Rettore si è poi raccontata con un salto nel passato, parlando della gioventù segnata dalla severità di sua madre che, in buona fede, a modo suo cercava di impartire la sua idea di educazione. Si arriva così al periodo in collegio con le suore: “Ho litigato con tutte le suore e l’unica con cui andavo d’accordo era la badessa. Invece la direttrice… Mancava solo la frusta! Mi è scoppiata la bile perché io sono sempre stata molto nervosa e sono diventata tutta gialla; mi hanno visto a Treviso e lo dissero a mia madre: ‘Secondo noi non sta bene la bambina’, e da lì mia madre mi ha portata via dal collegio. Da bambina ho sofferto tanto…”. Singolare poi il racconto della cantante su una suora in particolare: “C’era questa suora bigotta che mi scriveva anche dopo che ho raggiunto il successo, mi diceva: ‘Tanto tu finirai male!’, e io avevo tutti i cornetti dei miei amici napoletani”.



La parte finale dell’intervista a La Volta Buona di Rettore prosegue con battute su diversi temi, dal rapporto con Lucio Dalla alle parole al miele per Amadeus. “La mia vera ‘volta buona’ è stata quando decisero che io dovevo essere il nuovo prodotto per il cambiamento della musica italiana. Però se non me l’avesse detto Lucio Dalla io avrei mollato e avrei continuato a studiare, oppure come voleva mia madre sarei diventata o suora o astronauta”. Sul conduttore ha invece asserito: “Amadeus è un uomo meraviglioso, perennemente adolescente e io gli voglio davvero tanto bene!”.