Donatella Rettore, iconica artista della musica italiana, è intervenuta nel pomeriggio di oggi, venerdì 10 settembre 2021, ai microfoni di Rtl 102.5 News, nel corso della trasmissione “Trends&Celebrities”, condotta da Francesco Fredella e Simone Palmieri. L’autrice di innumerevoli successi della nostra canzone ha ricordato i suoi esordi, quando, appena diciottenne, aprì tre concerti del tour estivo di Lucio Dalla: “Mi accompagnava al pianoforte Ron, io frequentavo ancora la scuola. Finita quell’esperienza, dovetti subito pensare alla maturità”.



Poi, un retroscena sulla sua adolescenza: “Da ragazzina ero bella cicciottella, avevo 30 chilogrammi in più, che ho perso crescendo ed evitando di mangiare cibo spazzatura, oltre ad alcuni trattamenti che mi aveva consigliato l’erborista”. Arrivò quindi l’am0re, l’Incontro con Claudio Rego: “Ci siamo trovati a Taranto, lui suonava il basso in un gruppo pop. Ci innamorammo su un furgoncino”.



DONATELLA RETTORE: “LA MIA EREDE È…”

Donatella Rettore ha quindi rammentato la sua partecipazione in qualità di ospite per una sera al Grande Fratello nel 2004: “Fu un boom di ascolti, asfaltò il Festival di Sanremo proprio nel momento in cui insegnavo a cantare ‘Kobra’ ai ragazzi . Si vede che quando sono in tv, la gente dice ‘Vediamo ‘sta matta cosa combina’”. Un ritorno nella Casa più spiata d’Italia in qualità di concorrente sarebbe possibile? “Al GF Vip direi e ho detto no. Mi hanno chiamato tante volte per partecipare, non solo una. Anche di recente. Non ho accettato perché ho da fare… E poi, mi sembrerebbe di andare a rompere le scatole ai miei colleghi. Preferivo il Grande Fratello tradizionale, fatto di persone sconosciute che potevano emergere”.



Infine, dopo un plauso verbale a La Rappresentante di Lista, con cui ha duettato al Festival di Sanremo 2021 sulle note di “Splendido Splendente”, Rettore ha ricordato che la sua erede è Veronica Lucchesi, svelando il segreto della longevità artistica: “Bisogna scrivere canzoni che rimangano nell’immaginario collettivo, che non invecchino mai, che si ricantino, che vengano coverizzate. O, più semplicemente, si nasce artisti. ‘Il Mimo’ è la canzone a cui sono più affezionata, perché rappresentata tutte le sensazioni che proviamo noi cantanti sul palco”.