Donatella Rettore, la cantautrice italiana più conosciuta all’estero, a un certo punto della sua carriera ha smesso di scrivere per gli altri. «Ero diventata troppo famosa per loro, e questa è solo una reticenza italiana, una reticenza un po’ bigotta», dice nell’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano. Uno dei primi a cui è riconoscente è Lucio Dalla: «Sono stata l’unica donna che ha amato, ma solo perché mi considerava un maschiaccio». Lo ringrazia perché quando non aveva una lira lui la coinvolse nei concerti in Veneto. «Riuscì a togliere i dubbi a mia madre con una frase lapidaria: “Signora deve solo cantare, non fare la troia”». Ma Donatella Rettore parla anche del marito Claudio Rego: «Siamo sposati dal 2005, ma ci conosciamo dal 1977. Però dai primi anni Novanta non ci siamo più concessi le nostre innocenti evasioni». Quando le viene chiesto il motivo spiega: «Colpa dell’Aids». Ogni tanto comunque si confessavano le loro “evasioni”: «In assoluto è sempre meglio tacere, ma un tempo c’erano i paparazzi, quelli veri e bravi, e dovevi alzare le mani davanti alla verità».
DONATELLA RETTORE, LA FRECCIATA A PATTY PRAVO E PAPA FRANCESCO
Donatella Rettore non risparmia neppure una battuta su Patty Pravo. Ma ai microfoni del Fatto Quotidiano fa una premessa: «Sono una sua fan, il suo fascino è inarrivabile, è totalizzante, e con i suoi atteggiamenti per anni ha superato tutte, compresa Mina». Poi arriva la frecciata: «Oggi spesso non canta, non trova proprio le note, mentre quando è uscita con “Se perdo te”, non resistevo, e in casa la intonavo tutto il giorno, mamma disperata». Ma l’intervista si fa anche molto personale. Arrivata dopo tre gravidanze andate male, quando la madre aveva 39 anni, nel 1992 ha sofferto quando aveva provato a diventare mamma: «Mi ero decisa ad avere un figlio: ho rinunciato quando ho capito che non sarebbe stato sano». Invece sul suo rapporto con la religione: «Sono cristiana non praticante, sposata in chiesa. Per me l’ultimo vero papa è stato Albino Luciani, quando c’era lui sono tornata a confessarmi». Su Papa Francesco, invece, ha delle perplessità: «È argentino, e lì ci sono le corride: non mi fido di un paese dove esiste il piacere di uccidere». Riguardo alcune proposte ricevute in passato: «Ogni volta ho risposto: “Voi siete pazzi, non posso diventare massona, ho già i miei problemi”. E poi ti chiedono i piaceri. Per carità».