Donatella Rettore si racconta in una lunga intervista a La Verità e non può mancare di menzionare i ricordi più belli di Sanremo, Festival che a breve aprirà la sua 73esima edizione. Il primo commento è quello sulla sua assenza di quest’anno: “una pausa ci vuole. È un’esperienza anche faticosa”. Ma lascia intendere: “L’anno prossimo, chissà…”. Che sia in arrivo una sorpresa inaspettata?



Il ricordo più bello di Sanremo, per Donatella Rettore è quello di “marzo 1974, avevo 19 anni, un sogno ad occhi aperti”. Un Festival presentato da Corrado, Milva e Domenico Monai. Non fu un successo. Ci tornai nel 1977 che ero già un’artista”. Quel Sanremo però non vide la partecipazione di uno dei suoi brani più famosi e controversi in assoluto, ‘Kobra’: “volevo che fosse la canzone dell’estate del 1980 – confessa a La Verità – Volevo salvarla da un palco così competitivo”. E così in effetti è stato, “con il Festivalbar” che ne ha decretato il successo ma anche l’esplosione delle polemiche. Un singolo che “era nei negozi, ma non poteva essere venduto. Quando la dissequestrarono, le vendite si impennarono”. Scherzando, aggiunge: “si immagini lei il giudice: erano i tempi delle Brigate rosse, e dei femminicidi, gli mancavano solo la maestra (che presentò un esposto perché la canzone avrebbe turbato i suoi alunni, ndr) e il serpente della Rettore”.



Donatella Rettore: “il successo ti stritola e quando arriva ti chiede il conto”

Donatella Rettore non sarà tra gli artisti che si esibiranno sul palco del Festival di Sanremo, lottando per conquistare il primo premio, ma nell’intervista concessa a La Verità lascia intendere che in futuro una sua partecipazione potrebbe non essere così impensabile. Magari già a partire dalla prossima edizione. Dall’intervista emerge molto forte il legame di Donatella Rettore con il palco dell’Ariston e i ricordi della sua esibizione del 1974.

La carriera artistica e musicale di Donatella Rettore inizia molto presto, come ammette lei stessa a La Verità quando “a tre anni” scappò “dalla mano di mia madre per ballare e cantare con gli orchestrali del Caffè Florian in piazza San Marco a Venezia. Il suono dal vivo degli strumenti è stato ed è tutt’ora per me una stoccata allo stomaco”. Eppure, riconosce che “Il successo ti stritola. E io, lo ammetto, non sono la donna forte che sembro. Il momento più bello è quando vedi le prime luci che si accendono all’orizzonte. Quando la fama arriva, però, ti chiede poi il conto”.