Non ci sono timori di una nuova ondata Covid: all’orizzonte non dovrebbe esserci un’altra fase difficile per l’epidemiologo Donato Greco. “Il nostro sistema immunitario ha come imparato la lezione e si sta attrezzando per confrontarsi nel futuro con questo virus”, spiega l’ex membro del Comitato tecnico scientifico al Corriere della Sera. Il coronavirus, dunque, sta entrando a far parte della famiglia dei virus respiratori autunno-invernali. “Sarà oggetto di una sorveglianza mondiale attiva, come avviene per i ceppi influenzali che vengono costantemente monitorati”. Quel che bisogna fare è un richiamo annuale adeguato alle varianti stagionali.



Lo scenario è ottimistico, ma potrebbe esserlo ancor di più: “Ne sarei ancora più convinto se non fosse limitato da quei sette milioni di italiani non ancora vaccinati ed altrettanti che lo sono solo parzialmente”, aggiunge Donato Greco. A tal proposito, l’affluenza ai centri vaccinali è sempre più tiepida. “Alla base c’è un analfabetismo scientifico di massa. A questo si aggiunge l’incapacità di offrire attivamente il vaccino da parte dei medici di famiglia”. Inoltre, non sono stati fatti controlli. “Se c’è una via di fuga in tanti la imboccano. Purtroppo questa ampia popolazione di non vaccinati o non completamente vaccinati ci mantengono in una situazione impegnativa che ci impedisce un completo ritorno alla vita normale”.



DONATO GRECO “INFLUENZA? VIRUS NON SPARISCONO”

Eppure, l’evidenza è indiscutibile: le tre dosi di vaccino proteggono per il 70% da infezioni asintomatiche, per il 91% da forme gravi di Covid. Ora, dunque, si apre una nuova sfida per quanto riguarda le vaccinazioni anti Covid. “L’effetto boom verrà a mancare. Qui si apre la sfida alla sostenibilità del sistema vaccinale da parte del servizio sanitario nazionale e dei medici di famiglia”, dichiara Donato Greco al Corriere. Peraltro, l’obbligo vaccinale si è rivelato fallimentare, visto che almeno il 70% dei 2,5 milioni di over 50 non si è messo in regola. “Purtroppo il fallimento dell’obbligo è storico e non ci ha favoriti. È stato applicato tante volte e non ha mai portato risultati migliori delle strategie di offerta attiva e gentile. Tuttavia l’obbligo è stata una scelta necessaria per garantire la ripresa delle attività lavorative e sociali”.



Ora, comunque, l’influenza rialza la testa, seppur tardivamente. “Un po’ di influenza si è affacciata nel nostro continente, fuori stagione (abitualmente finiva a marzo), in coincidenza con l’attenuata patogenicità delle varianti Covid. Morale: i virus competono tra loro ma non spariscono. Un segnale importante per ricordarci di fare l’antinfuenzale a ottobre”, ha concluso l’epidemiologo Donato Greco.