IL CASO DELLA DONAZIONE AI PARENTI DELLE VITTIME COVID

Non si placa la polemica attorno alla donazione di 25mila euro da parte della Fondazione Alleanza nazionale all’associazione dei parenti vittime Covid, vicenda per la quale l’ex ministro della Salute Roberto Speranza ha accusato il governo Meloni di aver «finanziato associazioni no vax». Alla notizia lanciata da Repubblica risponde l’avvocato Consuelo Locati del team legale dell’associazione Sereni, che riunisce i familiari delle vittime del Covid nel 2020. «Sinceramente ci sfugge quale sia la notizia data da Repubblica e dove voglia andare a parare. O forse si capisce troppo bene», esordisce nell’intervista rilasciata a La Verità.



In altre parole, per Locati si tratta di una vicenda «strumentale», in primis perché la donazione era stata annunciata pubblicamente nel dicembre di tre anni fa, inoltre perché ora la notizia è stata data in una fase in cui si attende la decisione del gip di Roma in relazione all’opposizione alle archiviazioni di quella parte dell’inchiesta di Bergamo che è stata trasmessa per competenza a Roma, in relazione al mancato adeguamento del piano pandemico, la sua mancata attuazione e alle accuse di truffa e falso nelle autovalutazioni.



Per Locati è «molto grave» che in questa fase particolare «esca questo articolo, censurabile dal nostro punto di vista, ancora una volta contro i familiari. Hanno avuto la faccia tosta di lasciar intendere che sarebbero stati pagati per fare quegli esposti».

“ESPOSTI PAGATI? INSINUAZIONE VERGOGNOSA”

L’avvocato Consuelo Locati replica anche a Sandra Zampa del Pd, all’epoca sottosegretario alla Salute, secondo cui quella donazione sarebbe servita a finanziare gli esposti dell’associazione. «No, ed è vergognoso insinuarlo». A dimostrarlo sono le date: gli esposti, spiega a La Verità, sono stati presentati dalle singole famiglie delle vittime Covid a giugno, luglio e ottobre 2020, mentre l’associazione è nata nel dicembre dell’anno dopo. «Prima di dire alcune cose, bisognerebbe andare a rileggersi un po’ tutti gli atti e i documenti e averne contezza».



Il legale non ci sta neppure a veder definita l’associazione come no vax: «Una buffonata», anche perché quegli esposti sono stati presentati in una fase in cui non vi erano neppure i vaccini, infatti si contesta la mancata zona rossa immediata. Segnala anche che gli esposti sono stati presentati contro ignoti, quindi non c’era qualcuno nel mirino, inoltre gli atti coinvolgono anche Regione Lombardia, non solo l’allora governo. Non poteva neppure essere noto se sarebbero confluiti nel procedimento aperto d’ufficio dalla procura di Bergamo.

L’AUSPICIO SULLA DECISIONE DEL GIP DI ROMA

L’altra cosa «più scandalosa» secondo l’avvocato Consuelo Locati è che i familiari delle vittime Covid vengano attaccati da chi, come Sandra Zampa, aveva espresso riserve sui funzionari, tanto da far sembrare tutti «gente allo sbando». Quindi, attaccare i familiari, che chiedono solo un accertamento della verità, è ancor più grave. Se la gestione della pandemia Covid è stata la migliore possibile, allora per il legale non c’è motivo di evitare che venga fatta luce dalla commissione Covid. «Cos’hanno da temere?», si chiede tramite i microfoni de La Verità.

Per quanto riguarda le accuse, si attende dunque la decisione del gip di Roma, prevista entro fine settembre. Se arrivasse un’imputazione coatta, come chiesto dall’associazione, «si riaprirebbe tutta la parte della gestione della pandemia», quindi potrebbero riemergere le posizioni dell’ex premier Giuseppe Conte e dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza: «Non avranno paura di questo?», chiede Locati.