Chi sono Dondinho e Celeste sono padre e madre di Pelè?

Pelè la leggenda del calcio mondiale. Edson Arantes do Nascimento, conosciuto in tutto il mondo con il nome di Pelè, è nato in una famiglia semplice ma amorevole. Un rapporto bellissimo quello tra il calciatore e i suoi genitori che ha più volte ricordato durante interviste e conferenze stampa. Pelè, infatti, deve tutto ai suoi genitori e in particolare deve tantissimo al padre Dondinho con cui ha cominciato a giocare a calcio. “Mio padre mi chiamò Edson in onore di Edison, questo progetto è in suo onore” – ha detto il campione del calcio mondiale durante la presentazione di progetto per la realizzazione di un impianto sperimentale capace di sfruttare l’energia cinetica dei calciatori sul campo per produrre energia. Sembrerà un caso, ma il piccolo Edson è stato concepito dal padre Dondinho e dalla madre Celeste nel marzo del 1940 a Três Corações, Sud-est del Brasile, perché quell’anno per la prima volta era arrivata l’elettricità.



Con l’arrivo della luce è arrivata la nascita di Edson Arantes do Nascimento il cui destino era in parte segnato. Proprio il papà, grandissimo campione di calcio, vedendolo la prima volta disse: “sarà un grande calciatore”. L’infanzia di Pelè è stata semplice: nato in una famiglia povera trascorre le sue giornate a giocare scalzo per le strada guadagnandosi qualche soldino lucidando scarpe.



Pelè: “Dio mi ha fatto il dono di saper giocare al calcio, mio padre mi ha insegnato a usarlo”

L’infanzia di Pelè, all’anagrafe Edson Arantes do Nascimento, è come quella di tantissimi bambini delle favelas brasiliane. Nonostante la povertà, Edson cresce circondato dall’amore dei suoi genitori Dondinho e Celeste. Proprio grazie al padre conosce la palla e si appassiona al calcio essendo il padre il goleador João Ramos do Nascimento.

“Mio padre non è stato solo il mio primo maestro di calcio, lui soprattutto è stato per me maestro di vita, di rispetto per il prossimo” – ha detto la leggenda del calcio mondiale durante un’intervista rilasciata alla stampa. Il calciatore parlando poi del suo dono ha precisato: “Dio mi ha fatto il dono di saper giocare al calcio, perché è davvero solo un dono di Dio, mio padre mi ha insegnato a usarlo, mi ha insegnato l’importanza di essere sempre pronto e allenato, e che oltre a saper giocare bene dovevo essere anche un uomo”.