La storia di Kathy Gillcrist dagli Usa sta facendo il giro del mondo: classe 1957, dopo la nascita fu subito adottata ma per tutta la vita la donna, insegnante di inglese, non ha mai voluto cercare i suoi genitori biologici. “I miei genitori adottivi mi hanno amato, la nostra famiglia era felice, non vedevo nessuna ragione per disturbare quell’ equilibrio”, ha dichiarato, come ripreso anche da Il Messaggero. Tutto però cambiò nel 2017 quando, ormai in pensione, Kathy ebbe la curiosità di sapere se aveva o meno fratelli o sorelle. Per questo motivo ha iniziato a fare ricerche con il proprio Dna arrivando a rintracciare una cugina, Susan Gillmor, che a sua volta le ha dato una mano nella ricerca dei suoi genitori naturali. Il primo shock per lei arrivò con la scoperta della vera madre, la quale ebbe altri sei figli tutti dati in adozione. Nulla a che vedere con la sconvolgente verità sul padre biologico.



Kathy venne ben presto a sapere che l’uomo si era risposato nel 1959 ma nel 1976 in preda ad una furia omicida aveva ucciso la donna massacrandola a martellate, i loro tre figli di 5, 10 e 14 anni e la nonna. Un vero e proprio killer, dunque, ancora oggi ricercato dall’Fbi. Oggi la donna ha deciso di racchiudere la sua sorprendente storia in un libro in cui parla anche delle scoperte choc legate al padre.



DONNA CERCA PADRE BIOLOGICO E SCOPRE CHE È UN KILLER

Si chiama William Bradford Bishop Jr il padre biologico di Kathy Gillcrist, la donna adottata alla nascita. Ex pilota, conosceva cinque lingue e l’Fbi lo ha incluso nella lista dei dieci ricercati più pericolosi dopo averlo cercato in tutta Europa. La figlia è convinta che possa essere ancora vivo dal momento che oggi potrebbe avere 84 anni: “Conosceva l’ Europa, aveva i mezzi e l’ abilità per ritornarci e crearsi una nuova identità là”, dice la donna. “Prendere a martellate la testa e il volto dei tuoi figli che stanno dormendo è un atto di incredibile brutalità”, aveva commentato il detective che indagò al massacro. L’uomo si scoprì che soffriva di gravi problemi psicologici, insonnia e depressione e per questo prendeva pesanti farmaci. A scatenare la sua furia omicida sarebbe stato uno sgarro subito sul lavoro. Anche la figlia, nel suo libro, sostiene di soffrire di insonnia e ansia sottolineando la sua somiglianza sul piano fisico.

Leggi anche

CAOS LIBANO/ "Meglio ritirare Unifil, all'Italia non servono vedove di pace"