Una donna con la barba è divenuta nelle ultime ore oggetto di aspre critiche sui social network, in particolare per le sue fotografie e i primi piani che “denunciano” questa sua caratteristica fisica. La protagonista di questa storia, ripresa anche dall’autorevole testata britannica “The Sun”, si chiama Klyde Warren, ragazza 27enne residente negli Stati Uniti d’America, più precisamente in Nebraska, la quale ha dichiaratamente affermato di avere maturato la scelta di non radersi la peluria che ricopre parte del suo viso e di non curarsi particolarmente degli insulti e degli attacchi che le giungono via web, soprattutto attraverso Tinder, celebre applicazione di incontri.
La ragazza ha poi asserito di trovarsi da tempo affetta da questa particolarità estetica, che ha cominciato a manifestarsi nel corso dell’adolescenza, esattamente quando aveva quindici anni. I peli facciali la rendevano sempre più somigliante ai suoi amici di sesso maschile, ma lei ha avuto la forza di andare oltre i meri giudizi altrui, accettando di convivere con questo insolito particolare. Non ha mai tagliato la sua barba, né sa di preciso il motivo per il quale essa si sia sviluppata sul suo volto.
DONNA CON LA BARBA INSULTATA SUL WEB: SINDROME DELL’OVAIO POLICISTICO?
Il caso di Klyde Warren, donna con la barba, ha suscitato non soltanto grandi polemiche (anche e soprattutto per le reazioni esagerate e ingiustificate avute nei suoi confronti da parte di alcuni utenti iscritti a Tinder, dove la 27enne è attualmente impegnata nella ricerca della sua anima gemella, conc ui condividere una storia d’amore, ndr), ma anche curiosità. In particolare, in molti si sono domandati a cosa sia dovuta quella particolarità estetica, che in medicina e in ambito scientifico ha un nome ben preciso: trattasi di irsutismo, condizione favorita da improvvise variazioni ormonali (con incremento di quelli androgeni) che determina la crescita di peli spessi e di colore scuro sulla superficie corporea, principalmente sul viso, sul collo e sul petto, ma anche sul ventre, lungo la schiena, sui glutei e sulle cosce. A causarla spesso e volentieri è l’ovaio policistico, sindrome che colpisce in età riproduttiva all’incirca il 5-20% della popolazione mondiale femminile.