Mentre il mondo commette l’errore di pensare che tutto il male del pianeta si trovi tra gli immensi spazi della terra d’Ucraina, certe storie si incaricano di ricordarci che tutto il male del mondo si trova – sempre e anzitutto – nel cuore dell’uomo. Così la vicenda di Carol Maltesi, la ventiseienne protagonista del mondo dell’hard uccisa pare a martellate lo scorso gennaio durante un gioco erotico da Davide Fontana, un vicino di casa in passato legato sentimentalmente alla vittima, si ammanta ancor più di orrore se si considera che l’occultamento del cadavere – avvenuto per più di due mesi – è stato realizzato mediante lo smembramento del corpo in quindici pezzi e la sua conservazione in un congelatore domestico.
Il reo confesso dell’omicidio di Carol Maltesi, un quarantatreenne impiegato di banca con la passione da food blogger, avrebbe per mesi indossato i panni della vittima, impersonandola al telefono o rispondendo in sua vece ai molti messaggi della famiglia. Certamente un orrore spiegabile con la perversione e la brama di potere di un assassino che sceglieva di delegare una parte di sé ai momenti dell’eccitazione e dell’alterazione di coscienza, istanti testimoni di una frustrazione mai affrontata che ci svelano come possono diventare le parti di noi quando non sono considerate o amate.
Non c’è niente di più vero, nella vita di ogni uomo, che l’esigenza di appoggiarsi a qualcosa che riesca a tenere insieme tutte le diverse parti da cui siamo composti e che richiedono parimenti attenzione e cura.
Il punto è che diverse di queste parti ci deludono, ci spiazzano, ci raccontano ciò che non vorremmo mai ascoltare di noi stessi e delle nostre profondità. Per questo motivo essere tenuti insieme non basta: occorre qualcosa che ci perdoni sempre, che ci permetta di guardarci per quello che siamo, senza quel senso di colpa che per primo il serpente introdusse nel giardino e che portò l’uomo al peccato nel tentativo di liberarsi di un’immagine perdente di sé.
È questa immagine perdente di sé che identifica molto bene sia il carnefice di questa brutta storia sia la vittima Carol Maltesi, una giovane commessa – madre a vent’anni – che abbandona una vita di fatica e senza gusto per gettarsi nelle braccia dell’intrattenimento per adulti. Entrambi hanno scommesso sul piacere per ritrovare se stessi e sentire un po’ di amore. Entrambi sono costretti oggi a fare i conti con un abisso che è più grande della guerra. E che ci riguarda tutti.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI