Partorire durante una pandemia può diventare un incubo. Lo dimostra la storia di Neelam Kumari Gautam, che ha dovuto cambiare 8 ospedali in 15 ore per provare a dare alla luce il suo bambino, secondo quanto ricostruito dal New York Times. Ma non ce l’ha fatta ed è morta col bambino che portava in grembo. Un giorno si sveglia alle 5 del mattino con dolori da travaglio. Aveva dolori così intensi che non riusciva neppure a respirare. Eppure non c’era un ospedale pronto ad accoglierla e a farla partorire. L’emergenza coronavirus è così seria in India che gli ospedali sono sotto pressione al punto tale da non poter neppure accogliere donne incinte. Proprio il caso di questa donna conferma quanto l’emergenza coronavirus sia grave in India. Così in New Delhi non si riesce ad essere assistiti né se si ha il Covid-19 né se si hanno altre esigenze. E se le condizioni si aggravano si può anche morire per strada. Le immagini di cadaveri nell’atrio degli ospedali sono all’ordine del giorno. Alla crisi sanitaria si aggiunge poi quella economica e quindi in India la situazione è diventata a dir poco esplosiva.



DONNA INCINTA MORTA CERCANDO OSPEDALE PER PARTORIRE

Era il 5 giugno quando la 30enne ha cominciato il travaglio. Il primo ospedale a cui si è rivolta insieme al marito è stato l’ESIC Model Hospital, una struttura governativa. La donna aveva difficoltà a respirare e pregava per avere dell’ossigeno, ma il medico li spedì in un’altra struttura, dall’altra parte della città. Ma anche lì fu allontanata. Un medico del secondo ospedale ha spiegato che la signora Neelam Kumari Gautam aveva bisogno di cure intensive che l’ospedale non poteva fornirle. Ormai tutti gli ospedali sono a corto di posti letto. Il governo in India ha quindi emesso una direttiva secondo la quale tutti gli ospedali sono tenuti ad accogliere tutti pazienti, per emergenza coronavirus e non, ma non per tutti è stato possibile adeguarsi. Il terzo ospedale a cui la 30enne si è rivolta l’ha aiutata dandole un po’ di ossigeno, ma siccome temevano che potesse avere il coronavirus, l’hanno cacciata. Nel quarto ospedale non le hanno dato il ventilatore. «Sta per morire, portatela dove volete», le hanno detto. Così hanno proseguito per altri tre ospedali, poi si sono decisi a chiamare la polizia, che però non sono stati più convincenti. Otto ore dopo è morta insieme al bambino che portava in grembo. Da un’indagine preliminare del governo è emerso che gli ospedali sono stati negligenti.

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