Non ce l’ha fatta il piccolo Yovanny, il neonato che fu sottratto con una trappola alla giovane madre 19enne, Marlen Ochoa-Lopez, incinta di lui al nono mese. Una storia assurda e che aveva sconvolto l’America intera fino a giungere anche sui media nostrani che ne evidenziarono tutta la brutalità dei protagonisti della vicenda. La giovane donna fu strangolata circa due mesi fa al solo scopo di sottrarle il bambino. Dopo l’arresto dei responsabili per l’omicidio della donna, il piccolo era stato trasportato d’urgenza in ospedale ma purtroppo, nonostante tutte le cure per tenerlo in vita, non ce l’ha fatta. Il neonato aveva riportato gravi danni cerebrali ma i medici hanno tentato l’impossibile per riuscire a dargli un futuro. Come riferisce Corriere.it, il padre Yovany Lopez aveva postato uno scatto del bimbo mentre era attaccato ai macchinari. In questi mesi erano giunti dei flebili ma importantissimi segnali di speranza in quanto il piccolo per brevi momenti aveva aperto gli occhi e respirato autonomamente. Oggi, tuttavia, il drammatico annuncio della sua morte.



DONNA INCINTA UCCISA PER RUBARLE IL BIMBO: MORTO ANCHE YOVANNY

La vicenda che aveva visto vittima la giovane 19enne Marlen Ochoa-Lopez, aveva sconvolto l’intera America. La donna, incinta al nono mese, era scomparsa da Chicago. Tre settimane dopo il suo corpo senza vita fu trovato, lo scorso maggio, in un cassonetto dei rifiuti. Ad uccidere la 19enne, una donna di 46 anni con la complicità della figlia e del compagno e che era riuscita a contattare la vittima via Facebook ed a farla cadere nella sua trappola mortale. Clarisa Figueroa aveva promesso alla ragazza dei regali al bimbo che portava in grembo. Quindi, presentatasi all’appuntamento, la 19enne fu strangolata, non prima di aver fatto nascere il suo bambino. L’assassina chiamò l’ambulanza asserendo di avere appena dato alla luce suo figlio ma solo dopo settimane venne a galla la drammatica realtà: il piccolo era di Marlen, uccisa al nono di mese di gravidanza da una donna che “voleva assolutamente un altro figlio”, dopo aver perso il suo.

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