Jasmine, ripudiata a sua insaputa
Il comune di Ancona ha registrato all’anagrafe un’annotazione di ripudio da parte del marito nei confronti di sua moglie pur non essendo, il ripudio, consentito dalla legge italiana. Questo è quanto accaduto a Jasmine (nome di fantasia) definita dal marito, bengalese e operaio alla fincantieri di Ancona, una poco di buono solamente perché vuole vestire come i cristiani, questa è stata la motivazione principale addotta dall’uomo intervistato da Fuori dal coro. Quella di Jasmine non è affatto una storia facile infatti a 15 anni ha contratto un matrimonio combinato avendo falsificato i documenti per farla risultare già maggiorenne, come se non bastasse racconta la donna di aver subito continui maltrattamenti raccontando di violenze fisiche, botte e segregamenti da parte del marito.
La donna ha trovato il coraggio di denunciare il marito e per questo adesso vive in una struttura protetta con i figli ancora minorenni. Vista la situazione, la donna ha deciso di avviare le pratiche per la separazione ma è stato proprio in quel momento che ha scoperto di essere stata ripudiata proprio dal marito. Gli avvocati della donna spiegano che il marito un anno prima aveva esercitato la formula del ripudio secondo la talaq presentando un documento trasmesso dal Bangladesh, accolta peraltro dal comune di Ancona
Jasmine, il ripudio non è ammesso nell’ordinamento giuridico italiano
Intervistato da Fuori dal coro, il sindaco di Ancona ha cercato di non rispondere alle domande affermando che l’atto di ripudio non era stato registrato ma annotato successivamente il dirigente dei servizi anagrafici ha precisato a Fuori dal coro che «non c’è la possibilità di rifiutare un’annotazione perché contraria all’ordine pubblico italiano». Di contro rispondono gli avvocati della donna che a La Verità, affermano che il dirigente dei servizi anagrafici avrebbe dovuto rifiutare l’annotazione perché viola i valori di parità tra uomo e donna e inoltre lede il principio di ordine pubblico.
Il marito ha di fatto ripudiato la donna e avendo fatto tutto di fronte ad una autorità bengalese, la donna risultava divorziata secondo rito islamico, violando i principi di ordine interni dell’Italia e internazionali. In questa vicenda ci sono più questioni in conflitto tra loro, il primo è che in Italia il ripudio non è ammesso giuridicamente e il secondo è che la talaq viola i principi di parità tra uomo e donna, gli avvocati della donna hanno dichiarato che si batteranno per far cancellare questa annotazione di ripudio per poi procedere con la separazione giudiziale. «A mia moglie piace andare in giro come te, con i capelli sciolti e senza velo. Ma la mia legge è altra cosa», queste sono le parole del marito della donna rivolte alla giornalista di Fuori dal coro.