Luisa l’ha perso. E per questo, stamane è alquanto acidula; ma le passerà.           

Ci teneva proprio all’incontro di presentazione del primo corso prematrimoniale laico in partenza a Milano. L’appuntamento sfumato era lo scorso martedì, il 5 Novembre.   
Con Luisa condivido tre ore di lavoro la settimana, non condivido certi punti di vista, ma siamo buone amiche.   
“Guarda che secondo me è interessante” mi chiarisce “Il corso si prefigge di introdurre gli sposi ai fondamenti del diritto, di assisterli sotto il profilo psicologico… E’ una cosa seria, patrocinata dal Comune!”. Peccato che l’altra sera ha dovuto capitolare l’incontro per correre dal suo Andrea, rimasto all’improvviso in panne sulla tangenziale. Andrea e Luisa, promessi sposi il prossimo luglio. Convolando a nozze con rito civile, andranno a ingrossare le fila di un già nutrito cinquanta per cento cittadino di unioni laiche.           
“Ma cos’avrà mai questo corso di così speciale?” le chiedo incuriosita.     
“Tante informazioni sugli aspetti legali.… E soprattutto ti danno dei consigli sul buon funzionamento del matrimonio”.
Sul buon funzionamento? E cos’è, il libretto d’istruzioni d’un elettrodomestico? E la garanzia di durata? Ça va sans dire, quella è esclusa. Naturalmente questi commenti li tengo per me, ma non posso fare a meno di chiosare il foglio che intanto Luisa mi ha già messo in mano: è il programma di un corso analogo, tenuto a Napoli all’inizio di quest’anno. Lo scorro veloce. Vediamo…
– “La legge sullo scioglimento e la cessazione degli effetti civili del matrimonio. Conseguenze sul divorzio”.  Certo che si inizia sotto i migliori auspici….  
– “Il dovere di fedeltà. Differenza tra adulterio presunto e apparente”.     
 Ussignùr. Adulterio presunto e apparente: sembra un film con Harrison Ford. Senza conoscerne la differenza, spero solo di non aver fatto nulla di compromettente finora.    
– “Dal mantenimento posto unicamente a carico del marito al “dovere di contribuzione” posto a carico di entrambi i coniugi”. Ecco, questa della contribuzione bilaterale non la sbandiererei troppo a mio marito: da quindici anni è lui che paga al cento per cento le mie scorribande per saldi in centro, chiedendomi in cambio giusto due paia al mese di calzini-neri-lunghi nuovi.     
– “La filiazione – parte uno: le prime settimane del neonato a casa”.         
Ok, qui non ce la faccio a soffocare una risata. Se chiedessero a me, meglio non parlarne.       
– “La filiazione – parte due: l’obbligo di mantenere il figlio anche oltre la maggiore età”.
Ecco, qui invece parliamone….



“Senti Luisa” concludo poco dopo “secondo me, è una preparazione del tutto parziale questa. Non che gli argomenti che trattano siano inutili, ma se vieni da me, nella libreria di sala trovi fior fiori di manuali che ti danno tutte le info che cerchi su psicologia di coppia, matrimonio, figli… Ti assicuro che ci troverai “dall’arte di addestrare il coniuge meglio di un delfino” a “come sopravvivere alla grande dormendo due ore e mezzo per notte con un occhio solo”. E se siamo fortunate, scoviamo anche quei due … ehm…vecchi manuali illustrati risalenti al mio addio al nubilato…”. Luisa mi ascolta in silenzio, tra il curioso e il diffidente.         



“E ti dirò di più” concludo “se trovi quel che ti interessa, te lo porti a casa; regalo. Per sempre!” Alle parole per sempre trasale e sussulta dalla sedia. Un richiamo troppo provocatorio? A ogni modo, sull’immortalità della mia proposta ci salutiamo. In realtà, la preoccupazione di dotarla di libri è più per tranquillizzarla che altro. Come se – dovesse mai presentarsi la burrasca – i manuali servissero a qualcosa: lo sappiamo bene da anni, mio marito e io, che quel che ci tiene assieme non lo troviamo qua dentro alle guide spicciole, ma è Altro, molto più su dei ripiani.



La sera stessa a cena ne parlo con lui, giusto per condividere il suo punto di vista. “Quanto costa questo corso?” viene subito al dunque il consorte.   
“Trecento euro a coppia”. 
“Uh… Niente meno. Sai cosa ti dico? Se fossi nel futuro sposo”, prosegue mentre mi afferra il braccio, mi alza dalla sedia e mi fa volteggiare tra i fornelli, come al ballo delle debuttanti “ti porterei a cena, quindi al cinema, poi magari due salti in disco, e poi di nuovo a casa… Senti, ti ricordi di quella volta che i bambini erano a dormire da tua mamma…”.   
Proprio mentre lui mi sussurra all’orecchio ricordi di notti gagliarde, trilla con fragore il timer del forno. 
Non appena ci ricomponiamo, lui butta l’occhio verso la teglia e si fa improvvisamente serio “Comunque, informati bene sul programma di questo benedetto corso.      
Se tra le altre cose, danno anche delle buone dritte di cucina, non è che Luisa riesce a tirartici dentro per una sera?”.

AMEN!