Tra gli effetti maggiormente avvertiti della crisi, ci sono la disoccupazione e il crollo degli stipendi. La prima, in Italia, in cinque anni è addirittura raddoppiata, passando dal 6 al 12 per cento, mentre quella giovanile supera ormai il 35. I secondi, invece, registrano una posizione tra le più basse d’Europa. Quattordici euro e mezzo è la paga oraria lorda media italiana, contro i 15,2 della media europea. I nostri salari sono mediamente più bassi del 15 per cento di quelli tedeschi, lo sono del 13 per cento rispetto a quelli del Regno Unito e dell’11 per cento dei francesi. Siamo poveri e senza lavoro. Per questo ciascuno, come può, cerca di arrangiarsi. L’istituto di ricerca Swg, in particolare, è andato a indagare come lo fanno le donne. Scopriamo così che, nell’ambito delle strategie anticrisi, il 61 per cento delle cittadine italiane acquista solamente prodotti in saldo o in offerta. Il 59 per cento, invece, ormai acquista solamente lo stretto indispensabile, mentre il 30 per cento fa compere prevalentemente nei negozi a basso costo e il 19 per cento effettua acquisti direttamente su internet. L’8 marzo scorso, invece, Coldiretti ha fatto sapere che nel 2012 sono nate 103.391 imprese “rosa” anticrisi che hanno fatto salire il totale italiano a 1.424.743 nei diversi settori produttivi. Nel tessuto economico nazionale – ha riferito ancora Coldiretti – quasi un’impresa su quattro è condotta da donne (23,5%).



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