Nonostante il clima ancora freddo e le giornate brevi, che solo sporadicamente fanno pensare alla primavera imminente, molto presto, forse troppo presto, sarà tempo per la prova costume. A Natale tra panettoni-mascarponi-noccioline-lasagne non ci siamo preoccupati di quello che sarebbe successo a giugno, e neanche a Capodanno ci siamo potuti sottrarre alla sfilata di cotechini-spumanti-lenticchie (che portano bene) e pandoro, tanto “a gennaio mi iscrivo in palestra”.



Le palestre in effetti registrano un picco di iscrizioni a gennaio, con un calo a marzo, un nuovo picco a maggio e qualche timida affiliazione a settembre. Un tentativo continuo di correre ai ripari, come se la linea, o ancora meglio, uno stile di vita sano, fossero dei vestiti da indossare per l’occasione. Questi sforzi discontinui sono confermati dalle diete che dietologi e giornalisti propongono di anno in anno, dandoci la speranza di aver trovato la soluzione definitiva ai i problemi di controllo del peso. 



Grazie alla linea perfetta sfoggiata da Kate Middleton il giorno del matrimonio col Pincipe William, il mondo ha scoperto l’esistenza della dieta Dukan. Un regime principalmente proteico suddiviso in quattro fasi (attacco, crociera, consolidamento e stabilizzazione) che promette di portare le persone a mangiare normalmente per tutta la vita tranne per un giorno a settimana, di solito il giovedì, nel quale si devono consumare alimenti proteici. Questa dieta è stata messa in discussione da una larga fetta della classe medica, a causa dei danni che alla lunga causerebbe a fegato e reni.

Ora negli Stati Uniti arriva una dieta che già l’anno scorso aveva riscosso enorme popolarità in Gran Bretagna, dopo che la BBC aveva trasmesso il servizio realizzato dal giornalista medico ed ex obeso Michael Mosley, in cui sperimentava su se stesso il nuovo metodo. Questo si basa su un’alternanza di giorni in cui si mangia come d’abitudine, o anche più del solito, per poi introdurre nella settimana due giorni chiamati di “digiuno”, che in realtà prevedono un consumo calorico ridotto, di 500 calorie per le donne e 600 per gli uomini. Da qui il nome della dieta: 5:2.  



Mosley ha spiegato la sua dieta nel libro The fast diet, scritto insieme alla giornalista Mimi Spencer, che dopo aver provato ogni tipo di dieta si è detta entusiasta della 5:2, grazie alla quale ha perso circa 10 kg in cinque mesi, senza dover perdere tempo nel deprimente conteggio delle calorie. Inoltre la Specer sottolinea come dall’inizio della dieta non abbia più accusato un singolo mal di testa, riscontrando un generale aumento dell’energia. Nei giorni digiuno, due ma non consecutivi, si possono consumare le 500-600 calorie in un’unica volta o suddividerle ad esempio tra colazione e cena. L’esempio che il libro propone per la colazione è molto “British”: 2 uova strapazzate con prosciutto, più acqua, te verde o caffè nero. Per cena carne o pesce alla griglia con verdure al vapore in quantità. 

Non mancano i detrattori di questa dieta, nonostante i pareri spesso entusiastici di chi, provandola, ha sperimentato una rapida perdita di peso, tanto che il National Health Service ha sentito il bisogno di prendere le distanze da un metodo che prevede un quasi-digiuno. Secondo il sistema sanitario questa abitudine causerebbe ansia e insonnia e ,protratta nel tempo, porterebbe danni più profondi alla salute.

Dello stesso avviso il presidente della società italiana di scienza dell’alimentazione, Pietro Magliaccio. Secondo Magliaccio il digiuno deve essere saltuario, a seguito di giorni in cui si è effettivamente mangiato molto, e apportare comunque dalle 750 alle 900 calorie, nel caso in cui i chili da perdere siano pochi. In caso invece di forte sovrappeso raccomanda sempre e comunque di affidarsi alle mani esperte di un dietologo o di un nutrizionista e di lasciar perdere le diete fai-da-te.