L’intervento estetico dell’anno? Senz’altro la liposuzione. E non solo sulle donne. A dirlo sono gli stessi chirurghi plastici, riuniti a convegno a Firenze nel week end del 2 e 3 marzo, convocati dall’Aicpe, l’Associazione italiana di chirurgia plastica ed estetica proprio per “fare il punto” sul settore e, come spiega il presidente del sodalizio, Giovanni Botti, “cogliere tendenze e fotografare le situazioni, per capire quale direzione stiamo prendendo”.



Per il secondo anno è stata quindi realizzata un’indagine sul campo, inviando un questionario a risposta multipla ai chirurghi plastici estetici: hanno risposto in circa 250 medici, ed ecco la classifica degli interventi più gettonati nel 2012. Al primo posto, come anticipato, la liposuzione, seguita a ruota dalla blefaroplastica (intervento sulle palpebre per ringiovanire lo sguardo) e dal lipofilling autologo, ossia l’asportazione del grasso eccedente in una parte del corpo e il suo rimpianto in una zona carente, sempre dello stesso paziente. Giù dal podio si situano la mastoplatica additiva ossia l’aumento del seno (quarto posto), rinoplastica (rifacimento del naso) e addominoplastica (via la pancetta) rispettivamente al quinto e al sesto. In aumento rispetto al 2011 le richieste di trapianto di capelli, intervento che si piazza al settimo posto.



Attenzione però, il settore segna il passo, anzi registra un calo di richiesta: per nove chirurghi su dieci gli interventi sono diminuiti del 10-15% rispetto al 2011. La crisi crisi economica ha infatti indotto a stringere i cordoni della borsa per questi interventi che, seppure incidenti sul benessere generale e soprattutto psicologico, non sono certo dei “salvavita”. In questo quadro di leggera sofferenza per gli interventi più “pesanti” non bisogna però dimenticare il successo crescente degli interventi “leggeri”: pratiche come i trattamenti a base di acido ialuronico (+24,5% rispetto al 2011) o le iniezioni di botox (+15,6%) stanno infatti prendendo sempre più piede anche in Italia, vincendo il pregiudizio che la tossina provochi “una faccia di plastica”. “Al contrario”, assicura Botti, “in mani esperte regala risultati molto naturali”.



Insomma, cambiano i trattamenti scelti, ma per molti italiani investire in bellezza è ancora una spesa che val la pena fare. Pertanto abbiamo chiesto al dottor Gianluca Campiglio, specialista in chirurgia plastica e microchirurgia a Milano e socio fondatore dell’AICPE, di illustrarci pro e contro dell’intervento più richiesto, la liposuzione.

Dottor Campiglio, tutti possono sottoporsi alla liposuzione o c’è un fisico ideale che ne trae i maggiori benefici?

Il paziente “ideale” per un intervento di liposuzione è una persona magra, con accumuli di grasso circoscritti e ben definiti: nelle donne si trovano principalmente nella zona laterale e in quella interna delle cosce, nei fianchi e nelle ginocchia, mentre negli uomini sono più spesso situati nella zona dell’addome e dei fianchi. In queste condizioni si riesce ad intervenire in modo selettivo e a rimuovere solo il grasso in eccesso. Si interviene però anche sui pazienti obesi, che nonostante le diete non riescono a uscire da questa condizione: grazie all’intervento di liposuzione, la considerazione di sé migliora, vedono dei risultati e questo li induce ad avere una maggiore compliance alla dieta, riescono cioè a rispettarla e ad affrontare con maggior impegno le limitazione di un regime alimentare mirato alla perdita di peso.

Chiariamo un equivoco purtroppo molto diffuso: la liposuzione sconfigge la cellulite?

No, la cellulite non scompare perché è un’alterazione della circolazione linfatica e sanguigna che provoca una deformazione del grasso sottocutaneo superficiale, causando il tipico aspetto a buccia d’arancia o a materasso. La liposuzione agisce invece su un grasso più profondo, non interessato dalla cellulite. Certo, non stiamo parlando di due elementi completamente scollegati: anni di esperienza ci hanno insegnato che una lipoaspirazione ben eseguita migliora il drenaggio linfatico e venoso e quindi agisce, in modo positivo, sulle cause della cellulite stabilizzando la situazione.

Fuori dalle passerelle è difficile incontrare delle taglie 40, anche tra le più giovani: che età hanno le donne che le chiedono la liposuzione?

La fascia d’età “maggioritaria” è quella che va dai 25 ai 45-50 anni: bisogna tenere presente che i risultati migliori si ottengono quando la pelle è ancora elastica, in grado di rimodellarsi.

E se al suo studio bussa un paziente che pretende l’intervento per pura ed eccessiva vanità, senza alcuna reale giustificazione?

Può capitare la ragazza giovane che va dal chirurgo solo per vanità, ma nessun chirurgo serio interviene se non appura un effettivo grasso in eccesso. In casi del genere io consiglio trattamenti meno invasivi, anche perché se una paziente vede un difetto che non esiste, è pressoché sicuro che dopo l’intervento non sarà contenta, così come non lo era prima.

Si parla di bellezza e di chirurgia, per cui una domanda è d’obbligo: rimangono delle cicatrici?

L’intervento lascia una piccola cicatrice di meno di un centimetro dove viene inserita la cannula per aspirare il grasso, ma ovviamente cerchiamo di creare i fori di ingresso nelle pieghe naturali della pelle o comunque in zone poco visibili.

In Italia c’è una cultura consapevole del benessere o prevale l’idea dell’intervento chirurgico come “bacchetta magica” per risolvere i problemi del peso in eccesso?

E’ questione di informazione ed educazione. La liposuzione può essere un trattamento che aiuta una persona a migliorare il proprio aspetto. Ma non basta: noi chirurghi estetici siamo i primi a raccomandare ai nostri pazienti di adottare uno stile di vita sano, perché solo così i risultati ottenuti con l’intervento vengono mantenuti nel tempo. Inoltre, sconsigliamo di effettuare trattamenti ripetuti di liposuzione qualora non si segua un adeguato regime alimentare. Questo non significa fare una dieta restrittiva, ma mantenere abitudini alimentari e sportive sane, che fanno bene a chiunque.

In periodo di crisi anche le richieste di intervento sono diminuite. Si deve rinunciare a togliere quel grasso in più che disturba, o ci sono trattamenti meno impegnativi economicamente, ma pur sempre utili per il benessere?

Non esiste un trattamento meno impegnativo da un punto di vista medico e da uno economico che ti dia gli stessi risultati di una lipoaspirazione, che resta nei fatti l’unica soluzione efficace per questo tipo di problemi: prima dell’intervento il grasso si trova nel paziente, dopo è dentro un barattolo. Tutti gli altri trattamenti, dalla cavitazione alla radiofrequenza, agli ultrasuoni, sono trattamenti che richiedono cicli ripetuti, che, pur costando di meno singolarmente, alla fine costituiscono una spesa comunque significativa senza ottenere gli stessi risultati. Ci sono diversi motivi che possono indurre un paziente a scegliere trattamenti alternativi all’intervento chirurgico – che spesso, bisogna sottolinearlo, oggigiorno si fa in anestesia locale e in regime di day hospital – ma deve sapere che non sono equivalenti. Noi medici dobbiamo informarlo, poi sta a lui decidere.

(Nicoletta Fusè)