Nutrizione e malattie mataboliche: i difetti della prima hanno come conseguenze la seconda. E’ l’argomento affrontato da una ricerca della Harvard School of Public Health di Boston, presentata in questi giorni alla conferenza annuale dell’America Heart Association. 

Bibite zuccherate a base di soda, succhi di frutta dolci ed energy drink sono stati presi in causa come alcuni dei prodotti che contribuiscono maggiormente all’aumento di peso, all’insorgere di malattie cardiovascolari e di alcuni tipi di cancro. Indirettamente quindi queste bevande sono le responsabili ogni anno della morte di 180000 persone, 500 al giorno. 



La ricerca rileva tra le malattie che più colpiscono chi fa largo consumo di queste bevande: diabete, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumore, inoltre gli studiosi suggeriscono di non consumare più di 450 calorie a settimana di bevande zuccherate, all’interno di una dieta che ne preveda 2000. 

Tra le aree geografiche più colpite da questo fenomeno sono stati individuati i paesi dove la popolazione ha un reddito medio-basso. In particolare i paesi dell’America Latina e dei Caraibi sono colpiti dal diabete, mentre l’Asia vede il maggior numero di decessi per malattie cardiovascolari, ma il triste primato dei decessi spetta al Messico con 318 morti all’anno (il Giappone, al contrario registra il primato negativo, con soli 10 decessi all’anno dovuti all’assunzione di bibite). 



Come si può immaginare le bibite, gli energy drink e i succhi di frutta spopolano tra i più giovani. Uno studio della University of North Carolina di Chapel Hill, pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine, individua in queste bevande la principale causa di sovrappeso tra i bambini dagli 1 ai 15 anni, anche in considerazione del fatto che spesso si associano al consumo di cibi poco sani. 

Tra i paesi più ricchi bisogna notare come anche l’America veda un larghissimo consumo di bevande zuccherate, tanto da aver creato negli ultimi tempi un braccio di ferro tra le autorità e i produttori.



E’ stato infatti bloccato a poche ore dalla sua entrata in vigore, un decreto che vietava la vendita delle bibite in contenitori dalla capacità superire alle 16 once (poco meno di mezzo litro).

Questo divieto, che era stato deciso dal sindaco di New York Michael Bloomberg, è stato voluto dal giudice della corte suprema di Manhattan Milton Tongling Junior.

Il primo cittadino ha però annunciato che intende presentare ricorso.